Rassegna storica del Risorgimento

Italia meridionale. Storiografia. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <228>
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Claudia Klinkmann
andar lieti: ma se in piazza i paroloni, che non degenerano in atto mai, sono la cosa più innocua che immaginare si possa, i paroloni dei Deputati possono essere un grande imbarazzo, e un voto che tenga lor dietro di eguali spiriti può dare un fatale tracollo. Ora le Provincie di Napoli le abbiamo a distin­guere in due: l'una è Napoli, l'altra son tutte le altre provincie.
Qui in Napoli sta una turba infinita di chiacchieroni: avvocati, procura­tori, curiali, direi 6, o 7/m. Guai se la Deputazione delle Provincie Napoletane cade in loro mani. Sono municipalisti a tutta possa, essi d'Italia non si danno pensiero al mondo: Napoli, Napoli sempre. Diversa cosa è dell'altre provincie. Gli abitatori di esse, privi d'ogni senso politico, vergini gli direi, sono materia possibile: con essi si può camminareP*
Egli crede fermamente che la legislazione e l'amministrazione comune possano unire le diverse regioni d'Italia ed è fautore del subordinamento della giustizia all'esecutivo, cioè al ministro della Giustizia in carica, per garantire il rafforzamento del nuovo Regno.
10 sono unitario, non sono centralizzatore: unitario per me vuol dire che una sola legislazione civile e penale deve governare l'intero stato: che iden­tici debbono essere gli ordini giudiziari e amininistrativi: unitario per me vuol dire che se collegheremo i singoli paesi ad uniformità di principi in quelle cose che sono generali per loro natura, noi avremo fatto l'opera più efficace e più proficua che per noi si debba.13)
11 nobile siciliano Filippo Cordova (nato ad Aidone in provincia di Caltanissetta nel 1811, morto a Firenze nel 1868) che dopo la rivoluzione del 1848 era emigrato in Piemonte, fu mandato in Sicilia prima dell'an­nessione come rappresentante del governo piemontese. Più tardi fu mem­bro del Consiglio di luogotenenza in Sicilia nei primi mesi dopo l'annes­sione dell'isola al regno sabaudo, ministro dell'Agricoltura nel primo gabinetto Ricasoli e ministro della Giustizia nel gabinetto Rattazzi del 1863.14) Anche Cordova nel periodo immediatamente precedente l'annes­sione, considera prevalentemente il problema di come il governo piemontese possa trovare il sostegno necessario per arrivare ad un plebiscito in fa­vore dell'annessione. Così scrive a Cavour da Palermo:
u> G.B. Cassinis al conte di Cavour, Napoli, 13-12-1860, in CAMILLO BENSO DI CAVOUR, La liberazione del Mezzogiorno e la formazione del Regno d'Italia: car­teggi di C. Cavour con Villamarina, Scialoja, Cordova, Vanni ecc., a cura della R. Commissione editrice, 5 voli., Bologna, Zanichelli, 1949-1954, voi. 4, pp. 65-66.
**> G.B. Cassinis a Vegezzi, Palermo, 6-12-1860, in A. COLOMBO, La missione di C B. Cassinis ministro di Grazia e Giustizia nelle Provincie meridionali, Torino, 1911, p. 21.
w> Sulla vita di F. Cordova vedi G. MONSAGRATI, in Dizionario biografico degli Italiani, cit., voi. 29, pp. 30-35.