Rassegna storica del Risorgimento
Italia meridionale. Storiografia. Secolo XIX
anno
<
1994
>
pagina
<
235
>
L'Italia meridionale dal 1860 al 1865 235
tuali atti arbitrari del governo. Nella stessa lettera egli si esprime contro l'adozione generalizzata delle leggi piemontesi in tutto il Regno d'Italia.
In Italia non vi era allora uno Stato modello del quale potersi adottare senza esame le leggi ed accettare l'egemonia. Il Piemonte, che aveva salvato il vessillo nazionale nel naufragio delle libertà italiane, si era trascinato sino al 1860 con molti codici del governo dispotico, e di parecchi non si è ancor purgato, malgrado la costituzione del regno d'Italia. Le provincie meridionali, al contrario, quantunque mancassero di garanzie politiche, con irregolare contrasto alla tirannide che ne comprimeva il pensiero indipendente, erano innanzi a tutte le altre nel progresso civile e per bontà di codici e di amministrazione.34*
In un discorso alla Camera il 10 dicembre 1861 Crispi si rivolge contro le accuse di barbarie espresse nei confronti dei siciliani e attira l'attenzione sul comportamento spesso arbitrario delle autorità militari in Sicilia:
Si parlò, Signori, di certi barbari, di popoli da medioevo, di certi uomini che non avrebbero dovuto esser nati ai tempi nostri; ma non si ricordò che non si possono applicar pene che non siano sancite nel Codice penale prima del commesso reato, e che quelle sancite non si possono applicare senza una sentenza dell'autorità giudiziaria.
E le detenzioni e i sequestri? Con una ingenuità che gli fa onore l'onorevole Govone [allora ministro della Guerra] vi dichiarava: noi arrestammo qualche sindaco o qualche consigliere municipale, ma l'abbiamo messo in un locale apposito.
L'onorevole Govone non sa che il mettere un arrestato in un locale apposito sia un delitto, secondo il Codice penale del regno. Non ci sono locali appositi, non ci sono che le carceri quando un individuo è regolarmente arrestato.35*
Un'altra accusa contro atti arbitrari deU'amministrazione, si trova in una lettera di Crispi al presidente del Consiglio e ministro dell'Interno in carica Urbano Rattazzi:
Siccome le dissi verbalmente, in Sicilia, sin dalla Luogotenenza del generale Della Rovere, l'amministrazione ha ristabilito l'illegale sistema di ritenere in prigione i cittadini anche dopoché costoro hanno ottenuto una assolutoria delle Corti. Questo sistema aveva sotto la polizia borbonica il nome di empara, barbara voce presa dal francese emparer?
Per Giuseppe Mazzini (nato nel 1805 a Genova, morto a Pisa nel 1872) che nel settembre del 1860 si trattenne a Napoli dove fu uno
*) FRANCESCO CRISPI, Scritti e discorsi politici (1849-90), Roma, 1890, p. 337.
35) Discorso parlamentate del 10-12-1861, in F. CRISPI, Politica interna. Diario e documenti raccolti e ordinati da T. PALAMENGHI - CRISPI, Milano, 1924, p. 15.
tt) F. Crispi a U. Rattazzi, Torino, 8-3-1862, in F. CRISPI, Carteggi politici inediti (1860-1900), ordinati e annotati da T. PALAMENGHI - CRISPI, Roma, 1912, p. 73.