Rassegna storica del Risorgimento

Italia meridionale. Storiografia. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <237>
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L'Italia meridionale dal 1860 al 1865 237
volta ai siciliani ed espressa dall'allora ministro della Guerra, generale Della Rovere e dal comandante in capo delle truppe in Sicilia, generale Govone. Cordova descrive come dalla miseria possa nascere il brigantaggio:
Lo spirito pubblico della Sicilia [...], lo spirito pubblico dipende dalle condizioni sociali e dagli atti del Governo, i quali atti naturalmente devono essere accomodati alle condizioni sociali del paese stesso [...]. Voi ben sapete che quando un peso gravita sopra il prodotto del suolo in ragione del prodotto stesso, tosto si inaridisce la fonte della produzione, e ne viene lo squallore e la miseria e l'ignoranza; ne è a stupire che in siffatto stato di cose si ripro­ducano i malfattori, uomini ardimentosi, i quali, non potendo procacciarsi gua­dagno col loro onorato lavoro cercano un lucro illecito nelle tristi imprese di sangue e fanno il mestiere dei ladroni.40*
Nello stesso discorso Cordova disse anche che la necessità di pagare le decime e la questione ancora aperta della suddivisione delle terre de­maniali erano alcune fra le cause dell'arretratezza economica della Sicilia.
Anche L. C. Farmi non crede soltanto nell'effetto benefico dell'unifi­cazione giuridica ed amministrativa ma accenna a grandi linee ad eventuali interventi statali in campo economico per diminuire la tensione nelle re­gioni meridionali.
Se avessi del denaro, se avessi dei municipii, se avessi degli uomini ope­rosi, farei una rivulsione efficacissima a questa fermentazione sociale, facendo incominciare ogni sorta di opere pubbliche, favoreggiando ogni specie di opero­sità, usando ogni artificio stimolativo, creando nuovi interessi, dando un altro indirizzo alla cupidità.41)
Anche Liborio Romano indica come rimedio al brigantaggio dilagante le opere pubbliche che potrebbero procurare lavoro alla popolazione.
Ritornando alla Relazione Massari bisogna sottolineare che essa non esprime soltanto l'opinione di Giuseppe Massari ma quella di tutta la commissione d'inchiesta. Vi si accenna alla situazione sociale delle cam­pagne meridionali, e la miseria dei contadini viene considerata accanto all'incoraggiamento del brigantaggio da parte di molti sacerdoti e del Va­ticano, una delle cause principali del formarsi di bande di briganti.
Le prime cause adunque del brigantaggio sono le cause predisponenti. E prima fra tutte, la condizione sociale, Io stato economico del campagnuolo, che
4) FILIPPO CORDOVA, I discorsi parlamentari e gli scritti editi e inediti prece­duti dai ricordi della sua vita, editi da VINCENZO CORDOVA, 4 voli., Roma, 1889-93, voi. 3, pp. 302-320.
41> L.C. Farini a Cavour, Napoli, 642-1860, in Liberazione, cit., voi. 4, p. 23.
42> L. ROMANO, Memorie politiche cit., p. 109.