Rassegna storica del Risorgimento
Italia meridionale. Storiografia. Secolo XIX
anno
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1994
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Claudia Klitikmann
in quelle provincie appunto, dove il brigantaggio ha raggiunto proporzioni maggiori, è assai infelice [...]. Quella piaga della moderna società, che è il proletariato, ivi appare più ampia che altrove,tì>
Interessante è notare l'uso della parola proletariato nel contesto delle campagne meridionali dove a quell'epoca non esisteva ancora un proletariato agricolo come efletto di uno sviluppo capitalistico.
Come soluzione a lungo termine si propone un miglioramento dell'istruzione scolastica, l'affrancamento delle terre da vincoli feudali, la suddivisione delle terre demaniali, la bonifica di paludi, la costruzione di strade e ferrovie che saranno fonti di lavoro per la gente del posto. A corto termine però interventi dell'esercito, della polizia e della magistratura sono indicati come rimedi.44*
2. I garibaldini. - I seguenti due autori, i garibaldini Giuseppe Bandi e Ippolito Nievo sono da considerare a parte perché essi descrivono quello che notano durante la loro permanenza in Meridione soprattutto in veste di semplici testimoni senza dovere o volere fare proposte per una possibile soluzione dei problemi posti dall'integrazione del vecchio Regno delle Due Sicilie in uno Stato italiano unitario.
Giuseppe Bandi (nato a Gavorrano presso Grosseto nel 1834, morto a Livorno nel 1894) studiò giurisprudenza a Pisa e Siena. Già dal 1856 fu seguace di Mazzini e nel 1858 venne condannato ad un anno di prigione per aver aiutato a fuggire degli oppositori del governo granducale. Nel 1859 combatte contro gli Austriaci e nel 1860 andò in Sicilia con i Mille dove rimase gravemente ferito a Calatafimi. Fece poi parte dell'esercito regolare fino al 1868 quando fu escluso a causa di un duello. Già durante la sua appartenenza all'esercito aveva promosso la fondazione dei giornale democratico-progressista Nuova Europa a Firenze. Dopo la fine della sua carriera militare fu collaboratore di diversi giornali e infine proprietario e redattore capo della Gazzetta livornese poi del Telegrafo da lui fondato. Nel corso degli anni si era sempre più avvicinato alle posizioni di Crispi presidente del Consiglio. Bandi si impegnava per riforme sociali ma rifiutava le idee socialiste e soprattutto quelle anarchiche. Egli vèrme infatti assassinato da un anarchico.453
**> G. MASSARI, II brigantaggio nelle Provincie napoletane. Relazione della commissione d'inchiesta parlamentare letta dal deputato Massari alla Camera del comitato segreto del 3 e 4 maggio 186}, seguita da quella letta dal deputato Castagnola nella tornata segreta del 4 maggio e dalla legge sul brigantaggio, Milano, 1863, pp. 9,
77, 81.
MICHELE VITERBO, G. Massari e la relazione sul brigantaggio, in Atti del XLH Congresso sulla storia del Risorgimento italiano, Bari, 26-30 ottobre 1958, pp. 275-276.
*> Relazione Massari, p. 95.
45) Sulla vita di G. Bandi vedi S. CAMERANI in, Dizionario biografico, voi. 5, pp. 675-677.