Rassegna storica del Risorgimento

Italia meridionale. Storiografia. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <244>
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Claudia Klinkmann
di Torino osservano questa Babele M) con una certa perplessità.
Crispi pur difendendo l'onore dei Siciliani si concentra anch'egli su questioni amministrative e giuridiche.
Tutti gli autori ad eccezione di Cattaneo ed Asproni sembrano guar­dare alla situazione principalmente dal punto di vista del mantenimento dell'ordine, della costruzione del nuovo Stato e della garanzia della sua sicurezza interna ed esterna. La questione come raggiungere un consenso ed un appoggio il più vasto possibile per questo Stato non viene quasi considerata.
Cattaneo invece desidera conciliare le tradizioni politiche delle sin­gole regioni italiane con la nuova unità del paese attraverso un sistema federalistico e così garantire non solo un più vasto consenso ma anche i diritti civili. Asproni è un attento osservatore della realtà sociale, dei co­stumi e delle usanze nell'ex Regno delle Due Sicilie, ma anch'egli consi­dera molto importanti questioni politiche e arnministrative come la neces­sità d'istituire una repubblica o i pericoli della piemontesizzazione dell'airimi nistrazione statale.
Vorrei indicare tre fattori che secondo me potrebbero aver influen­zato le opinioni dei singoli personaggi: la provenienza regionale, Vappar­tenenza politica, la loro origine e posizione sociale.
La provenienza regionale sembra influenzare più che altro a livello emozionale. Così, ad esempio, i meridionali Crispi, Romano e Cordova ma non Massari, provano comprensione se non simpatia per gli abitanti del Mezzogiorno, mentre personaggi come Nigra, Cassinis o Farmi, origi­nari dell'Italia centro-settentrionale, guardano al mondo meridionale come ad un mondo completamente estraneo. Anche i garibaldini Nievo e Bandi, l'uno veneto, l'altro toscano, hanno un atteggiamento nei confronti delle regioni meridionali e dei loro abitanti che varia dalla meraviglia incurio­sita al disprezzo e soltanto raramente si nota una certa simpatia nelle loro descrizioni.
Anche l'appartenenza politica, alla parte moderata o a quella demo­cratica non sembra essere un fattore determinante per le opinioni dei nostri autori. Al centro dell'attenzione di democratici come Mazzini e Crispi sono questioni politico-amministrative mentre i moderati Cordova e Farini guardano anche ad aspetti sociali.
Credo sia l'origine e la posizione sociale il fattore più importante. Tutti i personaggi, ad eccezione di Asproni, figlio di un piccolo alleva­tore, sono di origine borghese o nobile. Cassinis era figlio di un notaio, La Farina di un magistrato, Liborio Romano proveniva da una famiglia di proprietari terrieri, Bandi era figlio di un avvocato e funzionario, Nievo di un giurista e proprietario terriero. H padre di Crispi era un
tó) Espressione usata da G. B. Cassinis in una lettera a Cavour, in La Ubera rione, cit., voi. 3, pp. 392-393.