Rassegna storica del Risorgimento

Umberto Corsini. Commemorazioni. Comitato Trentino per la Stori
anno <1994>   pagina <247>
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Amici scomparsi
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vero essere riduttivo né, tanto meno, misconoscente nei confronti del­l'apporto dato dallo storico trentino all'attività culturale ed editoriale che naturalmente costituisce il fine precipuo di quello. Ha soltanto si­gnificato di un riconoscimento di una serie di qualità che ne arricchi­vano la personalità e che egli seppe generosamente, come era suo co­stume, mettere al servizio di ciò che riteneva estremamente utile per il conseguimento dei fini propri dell'Istituto. A questo, naturalmente, con lo slancio e le doti che gli erano proprie, ha dato molto, e pro­prio sul terreno culturale ed editoriale collaborando alla preparazione dei Congressi di Storia del Risorgimento sia assumendone la maggiore responsabilità organizzativa, come nella sua Trento, nell'ottobre 1963 ove fu affrontato il tema, sempre vivo ed attuale e non soltanto per chi aveva partecipato per ragioni generazionali, dell'Italia nella prima guerra mondiale, sia in quelli svolti in altre città facendo sentire la sua opinione nella scelta del problema più generale che vi sarebbe stato affrontato, dei diversi argomenti da porre in discussione ed in quella, sempre estremamente delicata, dei relatori che li avrebbero trat­tati. Nel 1963 a Trento aveva potuto vedere come in un Congresso dedicato ad un fatto fortemente incidente sulla successiva storia poli­tica della nazione come era stato il primo conflitto mondiale, i senti­menti e le passioni del passato rivivessero ancora nell'approccio e nel giudizio che gli storici davano degli eventi ripensati e discussi nel pre­sente. Ciò gli era servito per confermarsi nell'idea del nesso che sempre in ogni storia, e naturalmente nella contemporanea più di ogni altra, lega il passato ed il presente condizionandone e determinandone in larga misura l'interpretazione. Per questo la scelta di temi, di argomenti e di relatori in questi incontri periodicamente dedicati alla meditazione col­lettiva sulla storia dell'Italia del Risorgimento appariva a lui, come agli altri colleghi con i quali condivideva questa responsabilità, estrema­mente importante e sommamente delicata non soltanto per la vita e l'at­tività dell'Istituto ma anche per la risonanza e l'incidenza che quanto sarebbe stato detto e scritto nei Congressi di questo avrebbe avuto sull'opinione di molti uomini di cultura.
I Congressi, organizzati ad una certa distanza di tempo l'uno dal­l'altro, ancorché importantissimi per l'attività dell'Istituto del quale rap­presentano un momento aggregante di discussa vitalità oltre che un'es­senziale testimonianza di presenza nella vita intellettuale del paese, non sono l'unico fine di quello: che anzi energie non minori assorbe la reda­zione della sua rivista periodica, ora trimestrale, la Rassegna storica del Risorgimento, ormai più che consolidata tra quelle che si dedicano agli studi storici per la sua lunga durata, avendo raggiunto già l'ottan­tesimo anno dalla comparsa del suo primo fascicolo. Alla Rassegna, mal­grado gli impegni di diversa natura e gli obblighi di carattere editoriale che aveva con altre testate, prima tra le quali Studi Trentini di Scienze