Rassegna storica del Risorgimento

Umberto Corsini. Commemorazioni. Comitato Trentino per la Stori
anno <1994>   pagina <253>
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LIBRI E PERIODICI
11 paesaggio bresciano. Trasformazione e problemi. Atti del Convegno di studi, 25-28 settembre 1990; Brescia, Stamperia Fratelli Geroldi, 1991, in 8, pp. 164. S.p.
Nella sua lunga tradizione, l'Ateneo di Brescia-Accademia di Scienze, Let­tere ed Arti si è spesso occupato dei problemi relativi all'agricoltura bresciana. Il Convegno, di cui il presente volume raccoglie gli atti, organizzato con il patrocinio della Fondazione Banca Credito Agrario Bresciano - Istituto di Cul­tura Giovanni Folonari , ha dato modo di tornare sui temi relativi al pae­saggio, in un dibattito nel quale la visione umanistica e quella scientifica si sono trovate collegate, attraverso un programma di interventi ben congegnato nella sua articolazione interdisciplinare. L'analisi del paesaggio richiede, infatti, più esperienze e competenze, dato che esistono diversi problemi: per i bota­nici, per i geologi, per gli economisti, per gli urbanisti, per i politici e, ovvia­mente, anche per gli storici. La struttura del convegno è stata, pertanto, quella di un dialogo a più voci.
Per quanto riguarda l'evoluzione del paesaggio agricolo di pianura e pede­montano nella provincia di Brescia durante l'Ottocento, interessanti sono risul­tate in particolare le relazioni di Ottorino Milesi {Le modifiche della tecnica agricola e le implicazioni sul paesaggio) e di Maurizio Pegrari e Bernardo Scaglia (Mutamenti e persistenze nell'evoluzione storica del paesaggio bresciano). Milesi ha utilizzato ampiamente la poderosa inchiesta sulla situazione produt­tiva e sociale dell'agricoltura lombarda svolta dal segretario presidenziale del Governo austriaco in Lombardia, conte Karl Czoernig, nel periodo compreso tra il 1835 ed il 1839. Questo prezioso documento, recentemente rinvenuto a Gorizia e pubblicato a cura del settore cultura e informazione della Regione Lombardia, offre molti elementi per valutare anche la situazione della provincia di Brescia. L'inchiesta venne impostata sulla base di un questionario di cin­quantadue domande che alcuni rilevatori suddivisero in capìtoli dedicati alla conoscenza del territorio, dell'attività agricola praticata nelle varie zone, delle produzioni erbacee ed arboree, del bestiame allevato, delle industrie agrarie esistenti, dei sistemi di conduzione, delle condizioni socio-economiche del ceto rurale, dei diversi gravami fiscali e dell'eventuale stato di indigenza esistente. Ne emerge un quadro di complessiva robustezza economica, confermata dal fatto che, ancora nel 1854, pur costituendo per superficie la trentesima parte dell'Im­pero e per popolazione la quattordicesima, la Lombardia doveva versare 1/9 delle tasse e imposte di tutta la compagine statale asburgica, ed in particolare 1/6 della imposta fondiaria.
Scaglia e Pegrari, nel loro studio (Mutamenti e persistenze nell'evoluzione storica del paesaggio bresciano), rilevano come il sistema agrario del territorio bresciano, ed in particolare modo della Bassa , sia contraddistinto, almeno