Rassegna storica del Risorgimento
Umberto Corsini. Commemorazioni. Comitato Trentino per la Stori
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Libri e periodici
problematiche, attraverso l'operato del vescovo Bernardo della Torre, gran vica-rio della diocesi napoletana dal 1806 al '15.
La relazione di Xenio Toscani su Strutture ecclesiastiche e clero in Lombardia fra Rivoluzione ed età napoleonica esce in parte dall'ambito finora considerato e per cronologia, perché il periodo considerato durò esattamente il doppio, e per area geografica e politica. Mi sembra tuttavia che anch'essa abbia cercato, con successo, di rispondere al problema di come sia cambiato, in termini quantitativi e qualitativi, il reclutamento del clero nel generale mutamento di valori e come, di conseguenza, siano mutati i sistemi di mantenimento del clero stesso.
RITA CHIACGHELLA
LUIGI LUGARESI, II Polesine nell'età napoleonica. Economia di un territorio (Economia e Società, 1); Ro >, Associazione culturale minelliana, 1990, in 8, pp. 356. S.p.
Il volume di Luigi Lugaresi, frutto dell'attenta analisi condotta sulle fonti documentarie deU'amministrazione napoleonica, dà un valido contributo all'approfondimento della realtà economica e storica del Polesine, e consente pure di arricchire il patrimonio bibliografico di quella terra, negli anni a cavallo tra VAncien regime e la Restaurazione. Pubblicato grazie all'intervento dell'Associazione Minelliana di Rovigo e il patrocinio della locale Camera di commercio, Il Polesine nell'età napoleonica, economia di un territorio si colloca nell'interessante filone storiografico locale, di cui è ricca l'indagine storica a carattere regionale, che ci consente di ampliare l'orizzonte della nostra conoscenza su fatti particolari, certamente minori ma niente affatto privi di dignità storica, perché rappresentano compiutamente il passato delle nostre terre. Così, grazie ai suddetti studi, circoscritti geograficamente nel territorio e cronologicamente nel tempo, possiamo tracciare il nostro percorso storico, costruito anche dai tanti momenti rivelatori di una vitalità fatta di azioni e sentimenti, di gesti e trepidazioni degli uomini, nel silenzio della loro quotidiana esistenza.
L'indagine di Lugaresi offre l'immagine del Polesine napoleonico, negli anni in cui il territorio dell'attuale provincia di Rovigo è diviso amministrativamente tra i dipartimenti del Basso Po, dell'Adige, del Mincio e, dal 1807, dell'Adriatico, rispettivamente sotto Ferrara, Verona, Mantova e Venezia.
Lo studioso, basandosi prevalentemente sulle carte d'archivio delle amministrazioni centrali e periferiche del napoleonico Regno d'Italia, insieme con la bibliografia relativa al periodo e alle terre studiate, ricostruisce, con dovizia di particolari, la condizione del Polesine, in tutte le sue molteplici realtà: economica e sociale, storica e geografica. Ne scaturisce l'immagine di una società agricola nella quale il territorio e la popolazione sono fortemente caratterizzati dalla situazione orografica, che vede colà scorrere i due maggiori corsi d'acqua italiani: il Po e l'Adige. Una realtà spesso fonte di dolore, con la quale le genti del luogo hanno imparato a convivere, in un secolare rapporto di trepidazione e amore. Infatti, tutta la faticosa vita dei contadini del basso Veneto è scandita dal defluire verso il mare dei due fiumi: essi sono, per uno strano capriccio della natura, causa tanto di dignitosa esistenza, quanto di terribili sciagure.
Territorio di confine, il Rodigino è sempre stato oggetto delle mire espansionistiche dei suoi potenti vicini: la Repubblica Serenissima e il Ducato di Ferrara, per i quali il possesso di quelle terre assicurava il controllo del basso