Rassegna storica del Risorgimento
Umberto Corsini. Commemorazioni. Comitato Trentino per la Stori
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1994
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267
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Libri e periodici 267
è la formula l'ideale calato nel reale . Ed è appunto partendo da essa, che Sena elabora le proprie considerazioni. La filosofia desanctisiana non si presenta tecnicamente elaborata, lerminologicamente rigorosa, professionalmente organizzata. Si tratta, piuttosto, di un metodo attivo, dì Un ambito critico, di uno stile di vita (p. 13). La conquista dell'autonomia, la tensione verso la libertà, il vigore della critica costituiscono il cuore di questa filosofia, che vede nell'ideale che deve farsi reale un complesso di idee conquistate dall'umanità attraverso i secoli: la bellezza, la giustizia, la verità, la famiglia, la patria, la virtù.
La realizzazione dell'ideale si indirizza, per De Sanctis, sul terreno di una trasformazione responsabile e progressiva della realtà, attraverso un'intransigente rivendicazione di libertà intellettuale e morale ed un esercizio permanente di riforma e di rinnovamento. La stessa religiosità, non subordinandosi a presupposti fideistici, si risolve nell'etica, poiché l'eterno, l'assoluto, l'immortale, l'infinito sono valori che, spogliati di metafore ultraterrene e da allegorie teologizzanti, trovano radice profonda nell'esercizio dell'autonomia razionale (p. 9).
Sena si sofferma su alcune opere dell'autore nelle quali più chiaramente emerge questa visione filosofica. In particolare, la Storia della Letteratura italiana (1871) ne offre la più chiara esemplificazione. La vicenda letteraria del nostro Paese, nei suoi motivi dì fondo, è vista come storia di passioni e di idee che si esprimono in sintesi estetica. Oscillando tra i poli della trascendenza e dell'immanenza, anch'essa trova il suo equilibrio in direzione di una autonomia la cui definitiva conquista inizia con la Nuova Scienza di Bruno, Vico, Campanella, Galilei (opportunamente Sena ricorda che la delineazione fervida e rigorosa, da parte di De Sanctis, dell'opera di questi autori trova origine negli studi di Bertrando Spaventa) e raggiunge la sua più compiuta espressione nei maestri del filone laico della letteratura della fine del Settecento e dell'Ottocento: Alfieri, Foscolo, Leopardi. In Manzoni, De Sanctis avverte, invece, un certo fare predicatorio e da panegirista [...] un'intenzione propagandista apostolica [...] un accento e un'enfasi troppo oratoria e quasi da pulpito (p. 81).
Anche nell'impegno politico di De Sanctis si scorge il riflesso di una filosofia che risulta, prima di tutto, dimensione critico metodica . La politica è per lui impegno civile ed il partito solo uno strumento operativo, perciò egli rivendica il primato etico della scelta individuale. Rinnovamento è la categoria fondamentale della sua politica progressista e riformista, che troverà una naturale collocazione nella Sinistra storica. Egli si adopererà per rinnovarla in senso costituzionale, allontanandosi cosi dai suoi vecchi amici hegeliani rimasti fedeli alla Destra. L'istanza educativa e morale del liberalismo deve tradursi, infatti, per De Sanctis, in impegno di giustizia sociale, di riforme economiche, di lotta alla corruzione, dato che la libertà non può sussistere laddove vi sono classi privilegiate e mancano uguaglianza e giustizia. Perciò, dopo la conclusione dell'esperienza della Sinistra Giovane (1865), De Sanctis si legherà al gruppo di Cairoli, che si contrapponeva alle pratiche trasformistiche di Depretis e Nicotera.
La serenità della sua filosofia permette, infine, a De Sanctis di guardare al socialismo nascente come ad uno sviluppo storico necessario della democrazia. Esso viene considerato una reazione contro i concetti vuoti e formalistici della libertà ridotta al rispetto di una serie di procedure. La libertà, all'opposto, è vista da De Sanctis come uno strumento per realizzare dei contenuti, non come un fine in sé.
Se utile può considerarsi il riepilogo tracciato da Sena, che permette di