Rassegna storica del Risorgimento

Umberto Corsini. Commemorazioni. Comitato Trentino per la Stori
anno <1994>   pagina <272>
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forze contrastanti, che derivavano proprio dal carattere semi-contadino degli ope­rai e che rendevano talvolta di fatto il mercato del lavoro molto meno elastico di quanto appariva in superficie. Quando l'Autore affronta il problema dei costi di produzione, infatti, emergono tre aspetti della gestione economica delle im­prese cotoniere: il peso fortissimo del costo di acquisto della materia prima, quello rilevante delle spese generali ed il costo del fattore lavoro, più con­tenuto rispetto ad altri.
Interessante, infine, è l'individuazione delle vecchie e nuove famiglie della classe cotoniera , che avevano rappresentato per mezzo secolo le sansimo-niane classi industriose di fronte ad una struttura sociale e politica oggetti­vamente arretrata. Tra i grandi pionieri dei cotonifici lombardi (Ponti, Borghi, Cantoni, Candiani, Turati) oppure tra gli ultimi cotonieri dello slancio indu­striale die interessò l'Italia a partire dal 1896 (Feltrinelli, Sironi, Mazzucchelli, Tomasini, Pastorelli e molti altri) o ancora tra gli industriali forestieri, soprat­tutto svizzeri (Schmidt, Niggeler, Kupfer, Forster e molti altri) si trovano per­sonaggi che giunsero presto a formare grandi complessi aziendali ed altri che non oltrepassarono lo stadio della piccola e media impresa. Agli inizi del Nove­cento, inoltre, nonostante gli ostacoli che la mentalità classica dell'imprenditore-proprietario poneva al principio della delega del potere, si formò uno strato non esiguo di managers provvisti di doti tecniche ed organizzative di tale li­vello che l'industria cotoniera, per quanto abbarbicata su modelli strutturali monolitici e tradizionali, non potette più farne a meno.
VITTORIA FERRANDINO
ROSANNA BASSO - ANTONIO CASSIANO - ORNELLA CONFESSORE - ANNA LUCIA DENITTO - ANTONIO FINO - Lucio GALANTE - MARIO MARTI - CARMELO PASIMENI REGINA POSO - MARIA MARCELLA RIZZO - ANGELO SEMERARO, Storia di Lecce dall'Unità al secondo dopoguerra, a cura di Maria Marcella Rizzo; Bari, Laterza, 1992, in 8, pp. 844. L. 70.000.
In uno dei passaggi chiave della densa introduzione Maria Marcella Rizzo ha avvertito, cogliendo il senso più. vero e il motivo più concreto dell'intera ricerca, che politici e amministratori, proprietari, finanzieri e commercianti, ecclesiastici e semplici devoti, benefattori e poveri, intellettuali e artisti sono indagati in rapporto ai luoghi istituzionali in cui operano e ai posti della socia­bilità: militanze politiche e scelte amministrative, ricchezze e investimenti, spinte caritative e interventi assistenziali vengono esaminati insieme al tipo di car­riere pubbliche e professionali, alle pratiche culturali e devozionali, all'istru­zione ricevuta e impartita, alle vocazioni intellettuali, alla produzione artistica . È un compito complesso, articolato e difficile, assolto pienamente tanto dal punto di vista informativo quanto da quello storiografico.
La Rizzo, nel continuare lo sguardo d'insieme, sottolinea gli aspetti sa­lienti dei diversi saggi, notando le caratteristiche del capoluogo salentino. Tra di esse merita di essere segnalata, cosi da spiegare l'impronta ottocentesca, nove­centesca e contemporanea, la scarsa conflittualità di classe , cui si contrappone l'atteggiamento déW* élite poh'dea cittadina che in alcuni suoi rappresentanti teorizza e porta avanti tra Otto e Novecento un programma che vuole provve­dere "ai bisogni di ogni classe di cittadini" .
Maria Marcella Rizzo firma anche il primo contributo, intitolato L'elite