Rassegna storica del Risorgimento
Umberto Corsini. Commemorazioni. Comitato Trentino per la Stori
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1994
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274 Libri e periodici
mettere in evidenza i meriti ma anche per notare il rilievo della ricerca nel campo della storia dei partiti politici. Fino dedica ampio spazio all'esperienza amministrativa qualunquistica e monarchica, trattandola con misura e con equilibrio. Da troppi anni si avvertiva la necessità di un giusto dosaggio nelle indagini sui partiti politici, minuziose, talora fino all'eccesso, sull'area di estrema sinistra, di sinistra, laica e democristiana, nel migliore dei casi sulle generali per l'area di destra qualunquistica (alludo al volume di Setta) o monarchica (segnalo il lavoro di De Napoli) e addirittura mediocre per l'estrema missina (mi riferisco ai pamphlets di Murgia e della Rosenbaum e sul lato opposto della de' Medici, quanto mai acritico).
Oggi la lacuna è colmata ed è colmata nella sede locale, che, con le proprie vicende collegate e congiunte alla politica nazionale, può, se letta attentamente e interpretata obiettivamente, offrire spunti di notevole efficacia ad una analisi, degna di essere definita finalmente storica.
VINCENZO G. PACIFICI
LETTERIO BRIGUGLIO, Turati 1892, Origini e caratteri del PSI; Milano, Franco Angeli, 1992, in 8, pp. 116. L. 22.000.
Impossibile, anche in sedè di recensione, non rilevare come questo volume di Briguglio giunga, a cent'anni dalla fondazione del Partito dei socialisti italiani, in un momento storico particolarmente delicato e con esiti tutti da prevedere. Altresì impossibile non fare una comparazione tra quanto propugnato ieri da Turati e quanto vediamo, oggi, sotto i nostri occhi. Ma, per non cadere nella tentazione di scorrette similitudini tra passato e presente, passiamo all'analisi di quanto scritto da Briguglio. Non prima, però, di aver sottolineato come la collana della Fondazione Turati si sia arricchita di un altro prezioso contributo. Si spera che Ì recenti avvenimenti non intacchino l'attività del prestigioso istituto di studi.
Il filo rosso (mai definizione fu più appropriata) che attraversa le pagine di Briguglio è, senza ombra di dubbio, il rapporto tra socialismo e anarchismo. Fin qui, si dirà, l'argomento pare ovvio, quasi scontato vista la quantità (non sempre la qualità) di studi sulle origini del socialismo in Italia. Eppure, Briguglio riesce a fornire al tempo stesso un quadro d'assieme assai chiaro (tanto che il volume pare destinato a un pubblico più vasto di quello dei consueti addetti ai lavori ) e un'analisi particolareggiata delle varie anime che sì scontrano e si incontrano in quello che Garibaldi aveva definito il Sole dell'Avvenire . La fatica di Briguglio si sviluppa lungo sette capitoli, tre dei quali particolarmente efficaci. Ci riferiamo a Socialismo nel Nord Italia , Lo sciopero degli operai meccanici milanesi e Anarchismo anni '90 . Nel primo, oltre ad interessanti e impressionanti cifre sulle condizioni degli operai disoccupati (tanto misere che iJ Governo e re Umberto inviarono rispettivamente al Comitato di soccorso milanese 2 mila e 15 mila lire), l'Autore sottolinea la vastità e la repentinità degli scioperi nel capoluogo lombardo dell'agosto del 1891, soprattutto quello dell'Elvetica che misero a nudo l'insufficienza dell'organizzazione operaia basata sulle Leghe di resistenza, anche se tale modello organizzativo rimaneva sempre valido e raccomandabile. Lo consigliava lo stesso Turati quando, verso la une di quello sfortunato conflitto, propose di destinare 5.000 lire (delle 7.000 raccolte) alla costituzione di una società di