Rassegna storica del Risorgimento

Livorno. Storiografia. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <295>
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Il filellenismo a Livorno 295
circolavano le idee, ma restava libera la circolazione delle mercanzie, i forestieri non erano inquietati, e la prostituzione strusciava sfacciatamente le vie di Firenze. Qualche giornale francese letto nei caffè o nei gabinetti letterari dai dilettanti di novità, qualche rifuggito politico di più o meno ospitato in Toscana, non parevano all'astuto ministro cosa da mettere in compromesso là politica tran­quillità, e sapeva bene che al bisogno uno sfratto, un pochino di carcere, o anche solo una ripassatina fatta a tempo dal presidente del Buon Governo basta­vano in questo flosciume a levare i fumi alle teste calde .
Il caso del greco Dionisio Pertunzi, che intrattiene rapporti con vari esiliati piemontesi del Ventuno e che funge da intermediario per il recapito delle lettere nel triangolo rivoluzionario Italia-Grecia-Spagna, può essere assunto ad esempio di tale politica granducale.
La polizia si accorge di questo strano giro epistolare-politico, ma deve cedere a ragioni di forza maggiore. Il Pertunzi è infatti titolare di una importante ditta commerciale: cacciandolo dalla Toscana, c'è il fondato rischio che trasferisca tutta la sua attività da Livorno a Genova, il che non è per niente augurabile. Lo stesso Pertunzi, del resto, già nel febbraio del '22 era noto alla polizia per i suoi rapporti con il fu­turo avvocato Vincenzo Gera, uno dei maggiori esponenti del Risorgi­mento livornese, e con il giovane rifugiato politico piemontese Alessan­dro Bottone.6)
Livorno, dunque, ancora al centro di attività settarie. Livorno che, per l'ennesima volta, assume e conferma il suo ruolo di città cosmopolita, non più dal punto di vista commerciale, che ormai è porto nazionale, ma da quello politico.
Un dato ci preme, comunque, sottolineare: se è giusto af­fermare che a Livorno molti elleni operano politicamente facendo del porto toscano uno dei loro principali punti di riferimento, è anche vero che non si fermano solamente lì. Una delle loro caratteri-
G. MONTANELLI, Memorie sull'Italia e specialmente sulla Toscana. 1814-1850, Firenze, Sansoni, 1963, pp. 9, 10 e 12.
6) ASF, BGS, 1822-24, f. 12, a. 45. Cfr. anche A. BARETTA, Le società segrete in Toscana nel I decennio dopo la Restaurazione, Bologna, Forni, 1978, p. 78 e n.
Sulla permanenza di Alessandro Bottone in Toscana, cfr. G. SONNINO, Cospi­ratori piemontesi in Toscana ed un fallito attentato alla vita di Carlo Alberto in Pisa nel 1822, in Rassegna storica del Risorgimento, XXIII, IX, 1936, <pp. 1197-1218 e E. MICHEL, Maestri ck.} p. 24. Più in generale su Alessandro Bottone, nato a Gassino nel 1799, futuro deputato nel Regno di Sardegna, eletto per sei legislature consecutive nei collegi di Gassino e Caselle, si veda Italia e Inghilterra nella prima fase del Risorgimento, catalogo della mostra tenutasi presso l'Istituto, (dicembre 1951-febbraio 1952), con appendice di documenti inediti, a cura di E. MORELLI, Londra, Istituto di cultura, 1952.