Rassegna storica del Risorgimento

Livorno. Storiografia. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <303>
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II filellenismo a Livorno 303
passare per Genova (e allora, dice il Corsini, occorre avvertire il lo­cale Governatore), oppure per la dogana di Firenze, o ancora per quella di Pistoia.
Dal luglio all'ottobre del 1823 è tutto un frenetico susseguirsi di Riservate e di messaggi, tra la Segreteria di Stato e la Presidenza del Buon Governo, i Governatori di Livorno e di Pistoia. A causa della somma segretezza che conviene osservare in quest'affare , non vengono nemmeno avvertite le dogane competenti, evidentemente per timore di una fuga di notizie.
Ma ciò che preoccupa maggiormente le autorità è il contenuto stesso della cassa, cioè i proiettili. Infatti queste palle di moschetti , scrive sempre Neri Corsini nella lettera del 19 luglio, hanno la pro­prietà d'accendersi da se medesime dopo che son giunte al punto preso di mira, e colpito un corpo qualunque . E, a conferma di tale senti­mento di preoccupazione misto a curiosità, il Dipartimento di polizia di Milano [...] gradirebbe di aver senza dilazione una porzione di dette palle , qualora si riescano a trovare tali munizioni. Fatto sta che i Governatori di Livorno e Pistoia non arrivano a nulla, anche se il tono del primo, cioè del liberale Garzoni-Venturi, non pare dare molto credito alla notizia, nonostante il formale impegno.
Il caso, già strano di per sé per il complicato tragitto della sup­posta cassa, si sgonfia e, nell'ottobre 1823, precisamente il giorno 3, la Reale Segreteria di Stato scrive al Buon Governo:
Dopo che le indagini fin qui praticate tanto nella dogana di Livorno che nei diversi punti della nostra frontiera non hanno prodotto alcun risultato intorno alla sospettata spedizione della cassa contenente palle da moschettò per gli insorgenti greci, e che la continuazione della vigilanza ingiunta con biglietto di questa I. e R. Segreteria del 19 luglio scorso a codesto diparti­mento porta un qualche imbarazzo commerciale, è stato trovato opportuno di far cessare le diligenze .
È da ritenere, inoltre, che le indagini siano state effettuate per accontentare la polizia asburgica, secondo una linea di condotta ti­pica dei Lorena, più che per intima convinzione.
Sempre nel quadro del rapporto greco-livornese ci sono anche epi­sodi che rasentano la comicità. Ne riportiamo uno, che risale all'ottobre del 1824 e che coinvolge anche la Reale Zecca.36* Da Livorno, il Gover­natore scrive, in data 5 ottobre 1824, alla Segreteria delle Finanze, che dal libraio Federigo Molini fu domandato di far coniare nella R.
36) pur tutta la vicenda, ASF, BGS, 1822-24, f. 11, a. 120.