Rassegna storica del Risorgimento

Livorno. Storiografia. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <304>
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"Francesco Ghidetti
Zecca una quantità di gettoni [...]. Richiesto il detto Molini di indi­care la persona di committenza egli ha nominato certo Felice Buttigiez, negoziante . Tali monete o medaglie dovevano, sempre a detta del Mo­lini, servire al Governo greco, che avrebbe dovuto coniare propria mo­neta in corso nel Granducato di Toscana. Il fatto di per sé è interes­sante, anche se probabilmente le carte di archivio non spiegano suffi­cientemente la vicenda. Comunque sia, la Segreteria delle Finanze è molto asciutta nella sua risposta:
S.A. non è nella disposizione di permettere che in codesta R. Zecca siano coniati i gettoni di cui si parla nell'annessa supplica di Federigo Molini, giacché essendo questi stati riconosciuti per monete che hanno corso, e valore in stato estero potrebbe restar compromesso il discorso della nostra Zecca per simile contrafrazione .
Ma a parte tali questioni di... decoro, avvenimenti ben più impor­tanti turbavano i sonni dei funzionari statali del Granducato. Proprio in riferimento a quanto detto prima a proposito del fatto che nei periodi di stanca l'attenzione dei rivoluzionari italiani era rivolta a paesi in lotta per la loro identità nazionale, è interessante riportare il caso del giovane greco Costantino Maurocordato .37)
37) ASF, BGS, 1822-24, f. 8, a. 85. Memoria di Pietro Becheroni. Su questo episodio, si veda anche F. BERTJNI, I movimenti cospirativi a Livorno nell'800, in Rivista italiana di studi napoleonici, XXII, I, 1985, pp. 67-87. Costantino era assai probabilmente il fratello del famoso Alessandro Maurocordato (Alèxandros Mavro-oordatos, 1791-1865), uno degli eroi della Rivoluzione nazionale greca. Fu lui che preparò la dichiarazione di indipendenza e l'assemblea nazionale ellenica, il 13 gen­naio 1822, approvò il suo abbozzo di costituzione. Presidente del governo provvi­sorio dal 1822 al '23, l'anno dopo comandò la Grecia occidentale, ma non riuscì ad impedire la caduta di Missolungi (22 aprile 1826). Fino al 1856 fu al centro della politica greca, si ritirò perché accusato di tenere un atteggiamento eccessivamente filo-britarmico.
È interessante notare come il prìncipe Alessandro Maurocordato fosse il prin­cipale punto di riferimento per Lord Byron. I due si conobbero a Pisa tra il no­vembre del 1821 e il marzo del 1822, e il 5 gennaio del '24 Byron lo raggiunse a Missolungi, ove, come è noto, il 19 aprile morirà di febbri reumatiche e di menin­gite tra le braccia di Pietro Gamba. Lord Byron aveva soggiornato a Livorno per sei settimane, precisamente a Montenero, nel 1822 dall'aprile al maggio, perché aveva dovuto abbandonare Pisa per una lite tra un servo e il tenente dei dragoni Masi. A Montenero alloggiò alla casa rossa o del villano, poi villa Dupony, assieme alla famìglia Gamba, la cui figlia Teresa Guiccioli era la sua amante. Ma anche dalla città labronica se ne andò: a causa di una rissa scoppiata tra i servi del Gamba, il governo toscano ingiunse loro di cambiare stato e Byron li seguì. Sempre a Livorno aveva composto l'iscrizione per la tomba della figlia Allegra.
Byron tornò a Livorno il 21 luglio del 1823 e vi si trattenne sino al 25; fece provviste di cibo e munizioni, poi con la nave Ercole spiegò le vele per Ce-