Rassegna storica del Risorgimento
Societ? geografica italiana. Abissinia. Secolo XIX
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1994
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Carlo M. Fiorentino
di quei paesi decorazioni dei vari ordini cavallereschi con relativa pen sione. Così nel 1868 erano stati insigniti di varie decorazioni dell'Ordine della Corona d'Italia, da poco tempo istituita, alcuni dignitari tunisini,1 e sempre in quell'anno Vittorio Emanuele II aveva incaricato il capitano Federici di una missione presso lo stesso Bey di Tunisi, al quale dovevano essere recapitati dei pezzi d'artiglieria in segno di omaggio dell'Italia e del suo sovrano.14) Nel 1869, poi fu la volta dei digni-
Era stato lo stesso Bev di Tunisi, in occasione della missione del ministro della Real Casa conte di Castellengo in questa città, a sollecitare le decorazioni presso il console italiano. Questi, nell'occasione, aveva scritto al Menabrea, presidente del Consiglio e ministro degli Esteri: [...] Trasmetto qui unita all'È.V. la nota delle persone designate tanto dal Bey che dal predetto Conte [di Castellengo], coll'indicazione delie rispettive qualità e gradi che, a mio parere, potrebbero esser loro conferiti, avendo riguardo al posto che occupano. Devo poi aggiungere che tutti sono personaggi considerevoli in questo paese e quindi è di nostro interesse tenerceli bene accetti, potendo nascere facilmente occasione di giovarci dei loro sentimenti amichevoli (Pinna a Menabrea, Tunisi, gennaio 1868, n. 76, in ACS, Gabinetto Particolare di S. M. il Re d'Italia, anno 1868, fase. 2080). Forse Vittorio Emanuele II nella concessione di queste decorazioni aveva fatto tesoro di quanto aveva scritto l'Antinori nel memoriale sulla missione in Tunisia a lui diretto: Dai più infimi servi ai generali si estende la corruzione, tanto che la giustizia s'impedisce e si vende, senza che il Bey ne sia complice. Egli vive attorniato da una folta atmosfera di adulatori che a furia di feste e di ovazioni gl'impediscono di scernere la realtà delle cose (Memoriale di Antinori a Vittorio Emanuele II, Tunisi, 1* gennaio 1867, in ACS, Ministero della Pubblica Istruzione, Personale 1860-80, fase. Antinori Orazio).
14) Il Bey di Tunisi aveva risposto con due calde lettere di ringraziamento al re ed alTAghemo. Nella lettera a quest'ultimo, di cui si conserva l'originale in arabo e la traduzione in italiano nell'archivio del Gabinetto Particolare del re, era scritto: Lodi a Dio unico. A colui che le sue perfezioni sono palese {sic) ed i suoi atti coronati di successo e le nobili idee degne d'ogni lode; all'Eccelso fra i grandi il sostegno dei personaggi eminenti e le di cui qualità sono al di sopra d'ogni lode, il Signor Aghemo, Reggente il Cabinetto {sic) particolare di S. M. il Re d'Italia. Faccia Iddio che egli sia sempre rinomato e che le sue qualità servano d'esempio. Dopo aver presentato quanto è dovuto alle vostre qualità eminente {sic) ed alla vostra posizione, portiamo alla vostra conoscenza che abbiamo ricevuto la vostra lettera del 28 ottobre 1867 accompagnata dal Real dono, degno del Suo Eccelso donatore e della sua amicizia che è stabilita sulle più solide basi. Noi siamo stati oltremodo soddisfatti di questo dono che ha colmato i nostri desideri e non siamo niente meravigliati che ci sia stato donato perché sapiamo {sic) che la generosità di Sua Maestà il re si manifesta in atti. Questo dono è stato per noi una conferma di più dell'avanzamento di quel popolo Italiano nelle arti e nelle scienze utili, arrivato a un grado di perfezionamento innegabile. La scelta di queste artiglierie e degli altri materiali che le accompagnano e una prova di più che d convince maggiormente della grande amicizia di quell'Eccelso Governo, amicizia che va sempre aumentando coll'andar del tempo e che oi fu legata dai nostri antenati, come pure dell'amicizia dei suoi uomini Jt Stato le cui qualità sono al dissopra {sic) d'ogni lòde. Facciamo dei voti perché questa amicizia vada sempre rafforzandosi e che possa esser sempre palese a tutti [,..] (Muscir Mohammed Essadek, Pacha Bey, Possessore del Regno di Tunisi, a Aghemo, 8 Zil Caade 1284, in ACS, ii)it anno 1868,