Rassegna storica del Risorgimento
Societ? geografica italiana. Abissinia. Secolo XIX
anno
<
1994
>
pagina
<
316
>
316
Carlo M. Fiorentino
dei suoi commerci e delle sue industrie. Egli trovò ascolto soprattutto in Vittorio Emanuele II, che certamente doveva manifestare curiosità e simpatia per quell'oscuro professore di arabo, ardente di passione per la sua patria tanto da essersi risolto in un passato non lontano a gettare alle ortiche l'abito di lazzarista, troppo ipotecato alla Francia ed alla sua politica di espansione coloniale. Dopo i primi contatti informali con i diversi ministeri italiani interessati all'acquisto di una base commerciale in un punto da stabilirsi nelle coste del Mar Rosso,I8) ti Sapeto finalmente nel settembre 1869 vide sbloccato il suo progetto dall'intervento del re, da egli contattato attraverso 11 ministro della Rea! Casa Gualterio.19) L'ex-lazzarista e il contrammiraglio Acton salparono da Brindisi il 12 ottobre 1869, e dopo aver scartato l'ipotesi di acquisto dei porti di Khur-Amera e di Sheikh-Said, il primo perché in procinto di essere acquistato dagli inglesi, il secondo perché aveva i fondali troppo bassi, sbarcarono ad Assab, ed il 15 novembre stipularono il contratto preliminare di acquisto di quella Baia con i sultani della tribù locale dei dancali fratelli Hassan e Ibrahim Ben Ahmed; il contratto, sottoscritto
SOGNI, Vita di Giuseppe Sapeto. L'ignota storia degli esordi coloniali italiani rivelata da documenti inediti, Firenze, 1942; E. LEONE, Le prime ricerche, cit., .pp. 77 sgg. Anche la voce di A. MORI, in Enciclopedia Italiana, voi. XXX, Roma, 1949, pp. 809-810. Apertamente ostile al Sapeto, ritenuto una sorta di avventuriero pronto a servire tutte le bandiere, A. DEL BOCA, Gli italiani in Africa Orientale, cit., passim.
!*> Cfr. G. GIACCHERÒ e G. BISOGNI, Vita di Giuseppe Sapeto, cit., pp. 184-191. Il primo dei suoi memoriali rex-lazzarista l'aveva inviato a Michele Amari, rninistro della Pubblica Istruzione. In esso si sollecitava la costruzione della rete ferroviaria che doveva unire le Alpi all'estrema Calabria, la quale ha quasi il calcagno nel mar d'Oriente; quindi s'invitava il governo ad unirsi attraverso la sua persona ad alcuni capitalisti inglesi nel .possesso di una miniera di carbon fossile, scoperta nell'entroterra di Massaua dallo stesso Sapeto; ed infine ad inviare consoli italiani nello Yemen ed in Abissinia, ed una nave da guerra nel Mar Rosso a protezione degli interessi commerciali italiani (v. BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE VITTORIO EMANUELE II , Manoscritti Orientali (carte Sapeto); altra documentazione sul Sapeto, in ARCHIVIO STORICO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI (d'ora in poi ASMAE), Ministero dell'Africa Italiana, posizione 36/1; e in ACS, Min. della Pubbl. Istruz., Personale 1860-80, fase. Sapeto Giuseppe).
W> H Sapeto aveva ottenuto ascolto anche dal presidente del Consiglio e mini-stro degli Esteri Menabrea, al quale aveva presentato il 17 settembre 1869 una relazione. L'idea di Sapeto di stabilire un porto italiano nel Mar Rosso era ripresa dalla relazione di chiusura dei -lavori del Congresso di Genova delle Camere di Commercio, redatta dal prof. Alberto Errerà rappresentante della Camera di Commercio di Venezia. Cfr, anche G. GIACCHERÒ e G. BISOGNI, Vita di Giuseppe Sapeto, cit., pp. 192-195; e E. DE LEONE, Le prime ricerche, cit., pp. 78-82, che contesta l'asserzione di Giaccherò e Bisogni, secondo i quali l'intervento del re fu decisivo per l'acquisto da parte del governo italiano di una stazione commerciale sul Mar Rosso. In realtà già da tempo il Menabrea era orientato per un tale acquisto, individuato però non nella baia di Assab ma nel porto di Khur-Amera (ivi, pp. 79-80).