Rassegna storica del Risorgimento
Societ? geografica italiana. Abissinia. Secolo XIX
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1994
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Carlo M. Fiorentino
fatto. Per merito del Cavour erano stati avviati i lavori del traforo del Cenisio, e qualche anno dopo era stata tracciata la grande via ferrata longitudinale che avrebbe messo in comunicazione quel sotterraneo alpino con il porto di Brindisi; si erano inoltre aperte scuole di lingua orientale in varie città d'Italia ed inviate commissioni e delegati di Camere di Commercio in Egitto ed in altre terre d'oltremare per valutarne le potenzialità economiche; ed ancora, si erano promosse pubblicazioni di carattere geogranco-commerciale che presto o tardi avrebbero dato i loro frutti. Si era però soltanto agli inizi di quell'auspicato rinnovamento delle infrastrutture e della stessa cultura economica della borghesia italiana funzionali al potenziamento delle intraprese industriali e del commercio. Scriveva ancora il Correnti:
Certo si è fatto molto, ma se non si riesce a pigliar posto subito, non si sarà fatto nulla. Marsiglia e Trieste minacciano di girar pe' due fianchi l'Italia, di rendere inutile il gran molo della penisola japica, di tirar a sé tutte le navi che sboccheranno dal Bosforo egiziano, e di far considerare le costiere italiane nulla più che un inciampo buttato in mezzo al Mediterraneo. Quello che la Francia abbia fatto e si presta a fare per Marsiglia tutti lo sanno. L'Austria decretava testé la spesa di 20 milioni di fiorini per crescere sicurezza di acque tranquille, e comodità di calate e di magazzini al porto di Trieste; ma quello che più importa, provenzali e dalmati, austriaci e francesi danno mano ai loro governi, li aiutano, li precorrono, li trascinano. Mercatanti, avventurieri, studiosi pigliano la via dell'Oriente, tentano gli scali del Levante e dell'India, s'industriano, si associano, sperimentano, arrischiano. Nelle cose commerciali, come nelle scientifiche, vale il famoso motto dell'accademia del Cimento: provando e riprovando e l'altro più semplice e più profondo, con cui Newton spiegava tutte le sue scoperte: pensandovi.23*
Ed ai più alti destini dell'Italia il Correnti non cessava mai di pensare. Appena assurto alla carica di ministro della Pubblica Istruzione, per poche settimane a partire dal febbraio del 1867, e quindi dal dicembre 1869 al maggio 1872, egli diede avvio alla politica di espansione commerciale e politica dell'Italia in Africa ed in Oriente attraverso il tentativo di coinvolgimento degli istituti ecclesiastici che curavano la formazione di nuovi missionari e finanche Propaganda Fide; tentativo che presto o tardi avrebbe legato la Chiesa cattolica al carro italiano e contribuito a risolvere la questione romana proprio nell'unità di quegli interessi che si andavano tessendo. Esso si rivelò intempestivo e sfociò in un insuccesso: l'inasprimento dei rapporti fra Italia e S. Sede dopo Porta Pia, l'ostilità mostrata dalla diplomazia europea, ma anche l'attitudine contraria dovuta a sterili pregiudizi anticlericali di chi era chiamato a coadiuvare quel tentativo, ebbero il sopravvento sugli entu-
> Ivi, p. 498. Cfr. T. MASSAKANI, Cesare Correnti nella vita e nelle opere, cit., pp. 328-332.