Rassegna storica del Risorgimento

Societ? geografica italiana. Abissinia. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <323>
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La Società geografica e VAbissinia 323
tra noi, come notizia e come stimolo, la conoscenza delle imprese com­piute da geografi, da Società e Governi di altre nazioni .m
E gli pareva un gran che, quando ai viaggiatori, nostrani o stranieri che fossero, poteva prodigare istruzioni e consigli, o quando la Società poteva offrire loro qualche contributo, per quanto modesto, di danaro, o se gli venisse fatto di procurare a taluno dei nostri l'aggregazione a qualche impresa straniera. Per lui l'opera della Società, senza avventurarsi a cimenti maggiori, doveva contenersi in quelle varie forme di apostolato; e gli pareva che i colleghi di consiglio avrebbero dovuto star paghi a questi propositi e colla­borare nello stesso senso con lui.39)
Questa concezione da novella arcadia che il Negri aveva della S.G.I., seppure arrecavagli all'estero quel prestigio di scienziato che forse in Italia non gli venne mai riconosciuto,40, non poteva certo soddisfare il Correnti, che sin dalla fondazione aveva pensato di fare della S.G.I. lo strumento della penetrazione politica e commerciale dell'Italia in Africa ed in Oriente, al pari peraltro di quanto avveniva con le Società Geo­grafiche di Gran Bretagna, Francia e Russia, per ricordarne le più im­portanti, ad opera dei loro rispettivi governi. In questo senso tra il Negri ed il Correnti vi era una totale opposizione di vedute, che non arrivava mai, però, a sfociare in contrasto aperto: il prestigio di cui godeva il ministro agli occhi del presidente della S.G.I., l'abilità nel saperlo irre­tire con missioni che ne solleticavano l'amor proprio,41) e nello stesso tempo la pazienza nel raccoglierne gli sfoghi e perorarne la causa di funzionario frustrato presso il collega degli Esteri Visconti Venosta,42*
3 G. DALLA VEDOVA, La Società Geografica Italiana, cit., p. 15. 39> Ivi, pp. 15-16.
40) Ne sono testimonianza le varie attestazioni di stima, che ne solleticavano la vanità, indirizzate al Negri da geografi, esploratori e scienziati stranieri, pubblicate nel Bollettino della S.G.L, e lo scarso conto in cui egli era tenuto al ministero degli Affari Esteri dal Visconti Venosta.
41> Dopo il Venti Settembre, ad esempio, il ministro della Pubblica Istruzione aveva incaricato il Negri di recarsi nelle principali città d'Italia per raccogliere in­formazioni sulle missioni cattoliche e sulle scuole dipendenti da Propaganda Fide (cfr. C. M. FIORENTINO, Cesare Correnti, il Collegio Asiatico di Napoli e Propaganda Fide, cit., p. 476).
4J La vita del Negri al ministero degli Esteri, specie negli ultimi anni della sua carriera e proprio in coincidenza con la fondazione della S.G.L, fu irta di spine per la scarsa considerazione in cui a suo dire lo tenevano i superiori, i quali favo­rivano nell'avanzamento in carriera altri funzionari, nonostante che egli avesse dalla sua una .prodigiosa attività di scrittore, di viaggiatore, di rappresentante dell'Italia nei congressi geografici internazionali. In una lettera del 9 novembre 1870 al Cor­renti, con il quale soleva spesso sfogarsi della sua situazione agli Esteri (di cui riteneva responsabile Visconti Venosta), il Negri scriveva che non avrebbe seguito a Roma un Governo che non sa che fare di me, e mi mette alla coda di quelli che,