Rassegna storica del Risorgimento

Societ? geografica italiana. Abissinia. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <330>
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Carlo M. Fiorentino
maniera per allestire una spedizione in soccorso della comunità italiana in Abissinia, e proprio in coincidenza con le più fortunate peregrina­zioni del Sapeto nei vari ministeri, anch'agli si condusse in quello del­l'Agricoltura, Industria e Commercio, retto allora dal Minghetti, in cerca di sovvenzioni, senza peraltro ottenere granché.65* L'Antinori rimase anzi offeso per il disinteresse con cui venivano accolte dal governo le sue pro­poste di spedizione in Abissinia, soprattutto se paragonate al più favo­revole trattamento toccato in quei giorni al Sapeto con il suo progetto di acquisto da parte dell'Italia di una stazione navale sulla costa afri­cana del Mar Rosso. Scriveva in questo senso l'esploratore perugino al Correnti confrontando i suoi tentativi andati a vuoto con quelli più for­tunati delTex-lazzarista:
Ha già corso tutti i Ministeri cominciando da quello retto da Menabrea col quale ha potuto subito avere una lunga conversazione, così pure col Min-ghetti e cogli altri; non escluso il Gualterio che lo ha accolto con distinzione.
Quantunque io sappia che da Lei solo io possa sperare aiuto, pur tutta­via non Le nascondo che da Lei lontano, mi sento avvilito, mentre penso che i suoi nobili intendimenti a mio riguardo, nella sua assenza possono es­sere attraversati dalle mene di taluni faccendieri, che appunto per essere tali, hanno sempre o quasi sempre la fortuna della buona riuscita.
Io attendo il suo ritorno come Tunica ancora che mi resta per trarrai fuori di una mane (sic) di cose disgustose troppo, purché abbia la forza di resistervi.66*
Mar Rosso. L'atteggiamento ostile agli italiani del Munzinger nasceva anche da una questione personale nei confronti dello Stella, ritenuto dal console troppo fortunato con le donne del luogo. L'esasperazione della comunità italo-abissina contro il Mun-zinger era arrivata a tal punto, che un fratello della compagna dello Stella, Johannes, attentò alla sua vita, causandogli gravissime ferite. Appena ristabilitosi, il governa­tore di Massaua esercitò la sua vendetta contro la colonia agricola dello Stella che intanto nell'ottobre 1869 era morto per un collasso cardiaco dovuto anche allo stato di prostrazione in cui. si trovava per la persecuzione cui era fatta oggetto la sua comunità , facendo deportare il suo attentatore in Egitto, e disperdendo la comunità italiana, retta ormai dal solo Bonichi (G. GIACCHERÒ e G. BISOGNI, Vita di Giuseppe Sapeto, cit., pp. 177-180). Il Bonichi attribuì le disgrazie in cui cadde la colonia di Sciotel e lo stesso Stella alla Suprema Volontà di Dio, il quale aveva arrestato in sua camera l'uomo ad espiazione delle censure ecclesiastiche cui era incorso (Bonichi a [Visconti Venosta?], Sciotel, 15 marzo 1870, in ASMAE, Ministero dell'Africa Italiana, Posizione 31/1, fase, 1).
63 In quella circostanza, dopo che l'Antinori aveva fatto anticamera per quasi due ore, il Minghetti gli mandò a dire di essere indaffarato e che lo avrebbe rice­vuto un altro giorno (Antinori a Correnti, Firenze, 7 settembre 1869, in MRM, Archivio Correnti, Carteggi, cartella 1, fase. 35, n. 3).
fó> Antinori a Correnti, Firenze, 7 settembre 1869, lettera cit. L'ingenerosa al­lusione di faccendiere rivolta al Sapeto l'Antinori la ritirerà di lì a qualche mese, durante il viaggio ad Assab che i due fecero insieme al Beccati e all'Issel. In quel­l'occasione, infatti, il Sapeto trovò proprio nelTAntinori per coincidenza d'età e per identità di fervore, un prezioso ed affettuoso compagno (G. GIACCHERÒ e G. BI­SOGNI, Vita di Giuseppe Sapeto, cit., p. 213). Cr. anche O. ANTINORI, Viaggio nei Bogos, Roma, 1887, p. 20.