Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Genova. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <490>
immagine non disponibile

490
Bianca Montate
quadro ottimistico di facciata, una oleografìa che lascia in ombra altri aspetti preoccupanti. Non ci, si è ancora occupati sufficientemente di quella che Umberto Levra chiamerebbe l'altro volto di Genova risor­gimentale ; delle condizioni di vita di gran parte del basso popolo che sono estremamente precarie.
Giovanni Assereto, in una stimolante sintesi di storia della Genova preunitaria edita recentemente,2) esprime una condanna senza appello di una classe dirigente nobiltà, alta finanza, uomini di cul­tura che ha un ruolo di rilievo spesso negativo di fronte ai gravi problemi che dovrebbero essere affrontati e risolti per lo sviluppo del capoluogo ligure ed un suo inserimento nello Stato subalpino. Un qua­dro di staticità e di rifiuto della nuova realtà, con incomprensioni e chiusure da parte di molti, emerge almeno sino alla vigilia degli anni '40. Ne è simbolo, al di là delle riconciliazioni di facciata, la figura di Vincenzo Ricci.3*
Basso profilo culturale e municipalismo; mancanza di vitalità e di scelte di azione in ruoli di rilievo all'interno del sistema; atteggiamenti spesso ispirati a motivi di interesse personale: queste sono le accuse rivolte da più parti all'élite dirigente genovese.4*
Genova comunque vuole offrire, nel 1846, una positiva immagine di sé e delle proprie istituzioni, che in gran parte risalgono all'antica repubblica oligarchica. Studiosi di discipline diverse, da Michel Giuseppe Canale a Camillo Pallavicini, realizzano in tempi brevi l'ambiziosa De-
2> Giovanni Assereto è noto per i suoi studi sulla Repubblica Ligure, e sul­l'economia e la classe dirigente genovese tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. Si è dedicato allo studio del pauperismo e delle opere pie: vedi Aspetti dell'assistenza pubblica a Genova nei primi anni dell'Ottocento, in Timore e carità. I poveri nell'Italia moderna, in Annali della Biblioteca statale e civica di Cremona, XXVII-XXX, Cremona, 1982, pp. 347-357; Sulla povertà. Idee, leggi, progetti nel­l'età moderna, Genova, 1983. GIOVANNI ASSERETO, Dall'antico regime all'Unità, in Storia d'Italia, Le regioni dall'Unità a oggi, La Liguria, a cura di A. Gibelli e P. Ru­gatoti, Torino, Einaudi, 1994, pp. 161-215.
3> Su Vincenzo Ricca, e sulle radici del suo tenace munidpaiHsmo e del suo spirito antipiemontese, vedi BIANCA MONTALE, Genova nel Risorgimento, Savona, 1979, pp. 13-88.
4> Le critiche alla classe dirigente moderata genovese, giudicata di basso livello, sono note e provengono da dive! ambienti. I giudizi di Cavour sulla mediocrità generale sono condivisi su opposti versanti, da Giorgio Pallavicino a Giorgio ÀspronL Petitti parla ad Erede della aristocrazia degenere di costì, la quale corteggia, perché non è più corteggiata, per consolarsi del perduto potere, cui del resto sa­rebbe inetta. Se si eccettuano pochissimi, io non ho mai veduto uomini cosi inca­paci. Vedi ARTURO CODIGNOLA, Dagli albori della libertà al proclama di Moncalieri, Torino, 1931, p. 155.