Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Genova. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <491>
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14' mendicità a Genova
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scrizione di Genova e del Genovesato, che intende offrire anche agli illustri visitatori un insieme di notizie aggiornate sulla città che li ospita: sull'economia, la scuola, la sanità, la cultura, lo sviluppo demografico, le opere pie. Assereto giudica modesto il risultato complessivo di que­sto sforzo statistico, non di rado inesatto, scompleto, approssimativo, che suscita qualche perplessità anche raffrontato ai lavori antecedenti, ed in particolare alla Statistique de la ville de Génes del Cevasco.S) Gli elementi di riflessione, tuttavia, non sono pochi, e la parte riguar­dante la pubblica beneficenza dà ampie informazioni sulle numerose opere pie, di cui si indicano i bilanci annuali ma di cui si tace la grave situazione debitoria complessiva.
E in occasione dell'Ottava Riunione degli Scienziati le autorità po­litiche per rendere accogliente l'aspetto di Genova si affannano a fare scomparire all'occhio dei forestieri la più inquietante piaga che affligge la città ab antiquo: la mendicità. Dopo la chiusura del Depót istituito in epoca francese manca un ricovero dei mendicanti, il cui progetto vedrà la realizzazione soltanto nel 1854. Per questo il capo della poli­zia Luciani con scelte sbrigative, dettate dalla necessità, fa arrestare i questuanti, togliendoli dalla circolazione, con destinazioni diverse: l'Al­bergo dei Poveri sostiene il funzionario le carceri, secondo la voce comune.
Emerge in modo sempre più preoccupante, in questi anni, un pro­blema particolarmente grave anche perché ben visibile agli occhi di tutti: quello dei poveri vaganti che popolano le strade di Genova, e che sembrano in continuo aumento malgrado esistano nella città molte opere pie che dedicano i loro sforzi all'estinzione, o almeno al conte­nimento della mendicità. I pareri di quanti intervengono nel dibattito sul tema e fanno proposte sono discordi: c'è chi sostiene che proprio perché esiste nel capoluogo ligure un antico e tutto sommato efficiente sistema di assistenza pubblica molti, fidando nella carità dei privati, scelgono di vivere senza lavorare. I poveri validi , insomma diver­rebbero mendicanti per pigrizia, più che per effettiva necessità. II di­scorso è naturalmente diverso per gli invalidi.
Genova ha, all'inizio dell'Ottocento, enti di beneficenza antichi, noti ed importanti: i suoi grands ospices sono l'ospedale di Pammatone, l'ospedale degli Incurabili e l'Albergo dei Poveri. Quest'ultimo ha una storia lunga e gloriosa, ed è additato a modello da visitatoti italiani e stranierL Ma offre ai numerosi poveri un'assistenza intesa quasi esclusi­vamente come offerta di lavoro ai disoccupati; ed è per legge, almeno
9 MICHELE CEVASCO, Statistique de la ville de Génes, Genova, Ferrando, 1838, voli. 2; Descrizione di Genova e del Genovesato, Genova, 1846, voH. 3.