Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Risorgimento. Protestantesimo
anno <1994>   pagina <518>
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518 Giorgio Spini
renderne ancora più stretti e cordiali i rapporti era stata una comunanza di interesse nel campo delle iniziative di progresso sociale. Valerio non cessava per questo di essere quel discepolo convinto di Bentham, di Mel­chiorre Gioja, di Romagnosi e quello spirito laico, anche se non anti-reli­gioso, che era sempre stato. Ma si trae l'impressione dal Carteggio che con i de la Rue, e in particolare con Camilla, debba avere discusso abbastanza spesso anche di questioni religiose e fatto raffronti tra cattolicesimo e pro­testantesimo. In una lettera del 1840 Valerio informa la signora de la Rue che per la sua pubblicazione Le Letture di famiglia dalla Sviz­zera ho tolti già molti pensieri e fra breve la Cassa delle famiglie, di cui debbo i regolamenti all'ottimo signor Ippolito, e il Padre Girard saranno esaminati in essa e mi farò premura di mandarle un esemplare di questi numeri, affinché ella veda che il proselitismo religioso non rende ciechi tutti i cattolici . Il che fa pensare che di cecità mentale dei cattolici si dovesse aver parlato nelle conversazioni tra la dama anglo-ginevrina e il nostro subalpino. In un'altra lettera del 1841 Valerio racconta che alle Letture di Famiglia sono state rimproverate tendences protéstantes e afferma che del contrario potrebbe testimoniare proprio Camilla de la Rue, con la quale egli ha si souvent rompu des lances sur ce sujet . Dunque di protestantesimo si doveva discutere abbastanza di frequente nelle conversa­zioni di Valerio con questa amicai
Un po' per via dell'amicizia con Vieusseux, un po' per via di quella con i De la Rue, Valerio viene ad avere una rete di contatti e di scambi di idee con vari altri ginevrini: per esempio, il medico, filantropo e uomo politico Louis André Gosse, il filosofo e rninistro riformato Jules Ernest Naville, un altro pastore Eymar ed Auguste de la Rue, il direttore della ri­vista Bibliothèque Universelle de Genève. E sembra proprio che basti essere di Ginevra per essere accolti cordialmente ed ascoltati con deferenza da Va­lerio* Fa poi da sfondo a tutto questo l'ombra maestosa di Sismondi: quel­l'insigne Sismondi , la cui morte nel 1842 reca a Valerio dolore vivis­simo .8) Ma anche di Sismondi sembra avere parlato nelle conversazioni con Camilla de la Rue e da lei appunto sembra avere attinto particolari edifi­canti sulla vita domestica di questo grande uomo nella sua ultima vec­chiaia. E' dunque probabile che proprio sulla scorta di queste conversa­zioni Valerio voglia che Sismondi venga ricordato nelle Letture di Famiglia come uomo benefico e virtuosissimo , cioè più ancora per le sue virtù morali e cristiane che per la sua opera di storico e di economista. A questo ultimo proposito però è interessante notare che Valerio introduce il nome
7) L. Valerio a Camilla de la Rue, 23 novembre 1840 e 28 aprile 1841, in Carteggio cit., I, p. 346 e p. 409.
8) L. Valerio a G. P. Vieusseux, 26 luglio 1842, Carteggio cit., II, p. 73.