Rassegna storica del Risorgimento
Commemorazioni. Matteo Fantasia
anno
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1994
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pagina
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527
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Libri e periodici 527
sopra tutti gli oggetti relativi al travaglio, che non potrebbe farlo il Governo più illuminato (p. 164).
Tornato al potere con l'aiuto dell'Austria, Ferdinando I di Borbone cercò di arginare il processo di disgregazione, confermando il provvedimento di soppressione solo per le Arti meccaniche. Per le Arti annonarie si sarebbe dovuto attendere il 1825. Venti anni più tardi, cosi descriveva la condizione del lavoro manifatturiero nel Regno delle Due Sicilie Giuseppe Ceva Grimaldi, presidente della Reale Accademia delle Scienze: Oggidì la concorrenza de' lavoratori ha ridotto tutti i salari [...]. Sono infranti tutti i legami che univano (l'imprenditore) a' suoi compagni ed allievi [...]. Gli odierni operai sono inferiori in cognizioni acquistate, in educazione, in moralità, in indipendenza, agli antichi compagni d'arte ed agli antichi allievi (p. 167).
FILIPPO RONCHI
Studi di storia del Mezzogiorno offerti ad Antonio Cestaro da colleghi ed allievi, a cura di FRANCESCO VOLPE (Piccola Biblioteca della Associazione per la storia sociale del Mezzogiorno e dell'area mediterranea, 10); Venosa, Osanna, 1993, in 8, pp. 454. L. 40.000.
Nella molteplicità di festschriften, che in questi ultimi tempi sta caratterizzando l'editoria universitaria, grazie al fatto che un'intera classe di storici italiani ha raggiunto o sta raggiungendo il traguardo dei 70 anni, questa in onore di Antonio Cestaro si distingue subito, a mio parere, per una caratteristica formale: non ha cioè un titolo vero e proprio oltre quello generico, nel cui contesto dunque assume assoluto rilievo la tematica data dalla storia del Mezzogiorno. La dimensione è quella che, negli anni, ha contrassegnato gli interessi e l'attività del festeggiato, una misura in cui la ricerca muove sempre da una genuina curiosità ed amore per le cose e gli uomini di questo territorio e che ha trovato nella collaborazione con Gabriele De Rosa un suo proprio e felice modo d'essere.
I molti collaboratori (venti per l'esattezza) appartengono tutti all'ambito privilegiato ma non esclusivo degli studiosi che hanno prima fatto parte del Centro studi per la storia del Mezzogiorno e poi dell'Associazione per la storia sociale del Mezzogiorno e dell'area mediterranea, la cui fitta attività, partita dal Convegno del 1972 di Capaccio-Paestum, si è rivolta soprattutto alla riscoperta della storia socio-religiosa in età moderna e contemporanea del sud d'Italia e in particolare delle aree interne e meno conosciute attraverso la presa d'atto di una continuità di presenza e di documentazione che fatti luttuosi e straordinari come i terremoti non hanno comunque mai interrotto. La gemmazione da Salerno a Potenza dell'Associazione e la collaborazione con gruppi di lavoro operanti nelle altre Università meridionali come Lecce ha contribuito ad estendere geograficamente la ricerca e ad operare, quando possibile, validi confronti.
Ecco dunque che il contributo di Rocchina Maria Abbondanza (Per una storia dell'agiografia lucana) si colloca proprio alla riscoperta delle premesse di quella storia socio-religiosa attraverso un'indagine sulle fonti agiografiche potentine; Giuseppe Maria Viscardi (Folklore e religione nell'archidìocesi di Salerno: gli statuii sinodali della Chiesa salernitana, secoli XV-XX) utilizza fonti eccle-siasticbe, e nello specifico la legislazione sinodale, per una ricerca sulla cultura popolare. Con le relazioni delle visite pastorali e apostoliche Francesco Volpe ricostruisce non solo l'ambito territoriale della diocesi di Policastro nella prima metà del Settecento ma anche le linee della pastoralità attiva e generosa del