Rassegna storica del Risorgimento
Commemorazioni. Matteo Fantasia
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1994
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528
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528 lihrì e periodici
suo vescovo Andrea De Robertis; anche Adriana De Leo utilizza questo tipo di fonte, insieme ad altre, per delineare il pensiero e l'opera di mons. Filippo Speranza, vescovo di Capaccio dal 1804 al '34.
Gabriele De Rosa {Le visite pastorali del vescovo Giovanni Maria Giberti) ripropone il modello di visita della Chiesa immediatamente post-tridentina, meno attenta che nelle epoche successive al sociale; il quadro complessivo delle istituzioni religiose nel Principato Ultra, sempre in riferimento all'applicazione del Tridentino, è oggetto dello studio dello scomparso Giovanni G. Libertazzi. Enrica Delle Donne si occupa in particolare dell'aspetto economico della vita con-fraternale nel Salernitano del Settecento, mentre Maria Antonietta Rinaldi (Pietà e assistenza nelle confraternite della città di Matera fra XVIII e XIX secolo) tratta più specificamente del concreto operare di tali istituzioni attraverso il ridimensionamento, operato prima dalla laicizzazione della vita religiosa e civile poi dal riformismo tanucciano, e la ripresa successiva alla Restaurazione consolidatasi nel corso dell'Ottocento. Al decisivo decennio francese si collega anche Maria Antonietta De Cristofaro che ricostruisce il tentativo di rinnovamento ecclesiastico in chiave anticuriale attuato nel decennio in Basilicata dai Napoleonidi.
Ad una storia del territorio attenta alla formazione di un paesaggio agrario tormentato e particolare, stretto com'è tra la costa jonica malsana e spopolata e l'interno montuoso, appartengono gli interventi di Pia M. Digiorgio (La protezione della costa jonica lucana nell'età moderna) e Michelangelo Morano {Per una storia del paesaggio agrario nella Basilicata dell'Ottocento), il quale parte dai dati del catasto murattiano per finire con quelli forniti nel 1913 al ministero dell'Interno dal Genio Civile di Potenza. Ad esso si collega la comunicazione di Salvatore Lardino su Linee di tendenza dei salari agricoli in Basilicata (1860-1913). Simile nelle origini la questione campana, come appare da Giuseppe Imbucci (Modernizzazione ed emigrazione in Campania. 1884-1914). La dimensione lucana degli interventi si ritrova in quelli di Antonio Lerra (La scuola in Basilicata nel primo decennio post-unitario), Domenico Sacco (Il confronto tra cattolici e socialisti in Basilicata nell'età giólittìana. Appunti per uno studio) e Lucio Attorre (La cooperazione fra dopoguerra e fascismo in Basilicata. Profili normativi), con cui passiamo tuttavia ad un'altra tematica cara ad Antonio Ce-staro, la storia del movimento cattolico. Così Pietro Borzomati si occupa di Chiesa e pietà popolare nel Mezzogiorno tra Ottocento e Novecento, Giampaolo D'Andrea rfeHa questione sociale nelle encicliche di Giovanni XXIII e Paolo VI.
Chiudono la raccolta due studi di taglio più ampio, quelli di Francesco Malgeri su II mito della guerra nella cultura politica italiana del Novecento dal primo nazionalismo al fascismo e di Nicola Oddati su 1944: Dibattito per una r assemblea consultiva .
Emerge dall'insieme degli interventi un quadro complessivo vivacissimo di quel Mezzogiorno d'Italia e in particolare della Lucania, definita nel 1629 a meglio sttolinearne la marginalità l'umbilico del Regno: direi una buona ricompensa per chi vi ha dedicato negli anni amore ed impegno.
RITA CHIACCHELLA
GENNARO INCARNATO, Le illusioni del progresso nella società napoletana di fine Settecento. Parte II: Tra rigori modernizzatori e aspettative d'assistenza; Napoli, Loffredo Editore, 1993, in 8, pp. 206. L. 28.000.
SU consentito procedere essenzialmente per citazioni, modo del tutto inconsueto di tracciare il rendiconto di un'opera la cui singolarità, peraltro, è