Rassegna storica del Risorgimento

Commemorazioni. Matteo Fantasia
anno <1994>   pagina <534>
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534 Libri e periodici
carestie granarie, che provocarono nuovi tumulti nel 1813, mentre la crisi delle industrie di lusso tradizionali era accentuata dalla diminuzione dei consumi da parte della Chiesa e della nobiltà, daU'arfievolirsi dei vecchi costumi di fasto e dall'introduzione di materie meno costose,
A partire dal 1808, l'operazione di liquidazione del debito pubblico e di eversione dei beni ecclesiastici aveva, d'altra parte, intaccato la rete caritativa in­centrata sull'azione del clero. La ventata demolitrice , la gigantesca scopa voluta dai Francesi, abolendo abbazie, conventi, monasteri, schiacciò la Chiesa, offese molte usanze della pietà popolare ed al tempo stesso indebolì irrimediabil­mente il sistema assistenziale che aveva permesso, durante l'Antico Regime, di mantenere il consenso popolare. C'era chi notava che ciò che non era avvenuto sotto i governi di tutti i granduchi medicei, era accaduto a ripetizione sotto l'il­luminato Leopoldo ed i suoi rivoluzionari successori: proteste, sommosse, re­pressioni violente.
Anche in Toscana, l'alienazione dei beni nazionali, che fornì i mezzi per il rimborso del debito pubblico ed alla quale rimasero estranei i contadini, rap­presentò un'occasione di rafforzamento per i nuovi settori della borghesia che già da tempo avevano iniziato ad integrare le fortune mobiliari, di origine com­merciale e speculativa, con investimenti fondiari (p. 149). E il passaggio di proprietà si attuò, appunto, a spese degli enti pii, delle congregazioni di assi­stenza, degli ospedali, delle opere benefiche di soccorso ai bisognosi, oltre che dell'Ordine di Santo Stefano (p. 144).
Dopo il Congresso di Vienna, in Toscana non poteva più verificarsi un ri­torno integrale all'Antico Regime, poiché sarebbe stato impossibile mettere in discussione la situazione della proprietà determinata dalle vendite, in quanto acquirenti dei beni erano esponenti della vecchia e nuova classe dirigente, che aveva visto nell'eversione dell'asse ecclesiastico e nel mercato di tanti beni dema­niali uno dei provvedimenti positivi della gestione napoleonica (p. 145). Non stupisce perciò come rileva Coppini che gli stessi uomini scivolino dagli incarichi direttivi nell'ultimo periodo granducale a cariche di rilievo nel regno d'Etruria e nell'impero napoleonico, per ritrovarsi infine ai vertici della Toscana restaurata. Questo personale di governo (ricordiamo per tutti Neri Corsini e Vittorio Fossombroni) era l'emanazione diretta a livello politico di quel ceto di proprietari terrieri favorito e rafforzato fin dai tempi di Pietro Leopoldo. La utilità del drastico intervento francese fondato sulla forza di persuasione delle baionette era consistita, dunque, nell'aver risolto certi problemi di politica eco­nomica ormai annosi e quasi incancreniti, come tutta quella serie di questioni legate al debito pubblico (p. 110) ed a spezzare una società in cui gli ordini avevano detenuto e immobilizzato la maggior parte della proprietà (p. 144).
Secondo Coppini, la politica delle alienazioni rappresentò un fatto alta­mente positivo perché la privatizzazione delle terre fece si che estensioni de­stinate a generare solo rendita, si trovarono in larga parte immesse nella produ­zione dai nuovi possessori borghesi, portatori di un nuovo concetto di sfrutta­mento e di produttività di un bene (p. 148). Queste idee passavano, a loro volta, attraverso una nuova concezione del lavoro per le classi subalterne. Già i funzionari francesi si erano lamentati della paresse della popolazione toscana. Si trattava, per i ceti proprietari irrobustitisi nel periodo napoleonico, di pro­seguire su questa strada, instillando una visione lafontaniana e punitiva della vita , che doveva servire da stimolo ai ceti poveri a non aspettarsi la risolu­zione dei propri problemi quotidiani dall'esterno (p. 211). Bisognava, cioè, far passare l'idea che il povero fosse il solo responsabile della propria miseria. Da questa impostazione derivò anche l'istituzione delle Casse di Risparmio, argo­mento cui Coppini dedica esaurienti pagine nelle quali confluiscono i risultati e le riflessioni di suoi precedenti studi.