Rassegna storica del Risorgimento

Commemorazioni. Matteo Fantasia
anno <1994>   pagina <539>
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Libri e periodici 539
clericale che caratterizzò invece la soppressione post-unitaria, sulla quale si venne a scaricare tutta la tensione accumulata nel corso del Risorgimento prò e contro la Chiesa. Bisogna anzi dire che non mancò la collaborazione dei vescovi e degli arcipreti locali. La soppressione non fu vista insomma come un attacco alla Chiesa.
Gli Autori si occupano, negli ultimi due capitoli, dei beni (mobili ed immobili, e relative rendite), delle campane, degli argenti, delle opere d'arte, dei libri sequestrati ai conventi. Il primo argomento è racchiuso in una suc­cosa sintesi orientativa e in una ricca messe di tabelle. Quanto agli altri, il libro offre notizie essenziali. Veniamo a sapere per esempio che a trarre pro­fitto dalle biblioteche conventuali fu il Collegio di Lucerà.
Quale il destino degli edifici e quello dei frati? Il primo argomento è introdotto, ma andrebbe seguito negli anni. Il secondo avrebbe bisogno di una ricerca a parte, supposto che se ne trovino le fonti.
MICHELE MIELE
ENNIO DE SIMONE, Alle origini del sistema bancario italiano (1815-1840)', Napoli, ESI, 1993, in 8, pp. 327. L. 42.000.
Ennio De Simone, autore di numerose ed interessanti pubblicazioni di storia bancaria, ha studiato un periodo poco privilegiato dagli storici della banca italiana, ossia il venticinquennio successivo alla fine delle guerre napo­leoniche. Il motivo della scelta è stata la consapevolezza che le radici del sistema bancario italiano possono essere rintracciate nei decenni successivi alla Restaurazione, quando accanto alle tradizionali forme dell'attività ban­caria, rappresentate principalmente dagli antichi banchi pubblici, mcomincia-rono a sorgere nuove istituzioni, come le prime banche di emissione e le Casse di risparmio, e si fece qualche tentativo, non sempre riuscito, di dar vita a banche sotto forma societaria (p. 9). Su tale periodo disponiamo di parecchie monografie dettagliate e minuziose, di antica o di recente data, alcune delle quali non sempre di agile lettura. Il merito del De Simone è di aver ricostruito, in modo sintetico ma esauriente, l'attività bancaria degli Stati italiani usciti dalla Restaurazione, in un libro che si caratterizza per la consueta chiarezza espositiva.
La trattazione privilegia l'impostazione strutturale. L'Autore, difatti, dopo aver fornito brevi ma importanti e puntuali notizie su banche e moneta in­torno al 1815, prende in esame i banchi pubblici, le banche di sconto, le Casse di risparmio, i Monti di pietà e i Monti frumentari, le banche e i banchieri privati. La parte conclusiva del lavoro è una sintesi cronologica e territoriale di quanto analizzato in precedenza.
Gli anni successivi alla Restaurazione furono in Italia essenzialmente de­dicati, in campo bancario, alla riorganizzazione degli istituti preesistenti, che uscivano da una fase di profonde trasformazioni, causate dal dominio napo­leonico. L'attenzione fu, quindi, rivolta al riordinamento dei banchi pubblici, di cui il più importante era, senza dubbio, il Banco delle Due Sicilie. Il banco napoletano, riordinato dal governo borbonico nel 1816, era diviso in due rami, la Cassa dei Privati e la Cassa di Corte, non emetteva biglietti, ma rilasciava fedi di credito dietro deposito infruttifero di denaro. La fede di credito era un titolo ampiamente utilizzato nei pagamenti tra privati ed accettato dalle casse pubbliche del regno meridionale come moneta sonante. Il Banco, dal 1818, poteva praticare anche lo sconto di cambiali commer-