Rassegna storica del Risorgimento

Commemorazioni. Matteo Fantasia
anno <1994>   pagina <541>
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Libri e periodici 541
avvezzi i Rothscnild, che però continuarono ad operare nella città partenopea fino all'Unità.
Fra le banche private, un certo rilievo ebbero la Banca Fruttuaria e la Banca del Tavoliere, che operarono a Napoli negli anni Trenta dell'Ottocento e rappresentarono l'unico tentativo di spezzare la posizione di privilegio del Banco delle Due Sicilie. La Banca Fruttuaria, che era un misto di banca, Cassa di risparmio e compagnia di assicurazioni, dopo aver avuto una breve stagione di relativa prosperità agli inizi degli anni Trenta, fondata prevalen­temente sulla raccolta di risparmi e sulle possibilità d'impiego offerte dalle anticipazioni di stipendi ai pubblici dipendenti (p. 241), si spense dopo una lunga agonia, quando tali operazioni vennero a mancare. La Banca del Tavo­liere era nata nel 1834, su progetto del marchese Luigi Dragonetti, presidente della Società economica dell'Aquila, per finanziare i censuari del Tavoliere. Impiantata su basi poco solide, con solo un quarto del capitale sociale ver­sato, agì, senza essere legalmente costituita, con i fondi ottenuti tramite un banchiere belga. Riuscì, tuttavia, a vivere fino al 1839, quando fu messa in liquidazione.
FULVIO MASTRANGELO
Inventario dell'Archivio Storico del Teatro Regio 1816-1859; Parma, Comune di Parma - Archivio Storico Teatro Regio, 1992, in 8, pp. 612. S.p.
Il fondo Archivio Storico del Teatro Regio nell'Archivio del Comune di Parma è una entità archivistica di non enormi dimensioni: si tratta di 113 scatole, oltre 100 tra registri e volumi e circa 11.000 manifesti. Il periodo storico trattato copre un arco temporale che va del 1816 al 1956 e, per la sola serie degli avvisi teatrali, sino al 1971. La parte più interessante risulta certo quella relativa al governo ducale con documenti che vanno dal 1816 al 1859. In quel periodo il teatro svolgeva per la città la funzione di insosti­tuibile polo culturale in cui si svolgevano rappresentazioni di tutti i tipi e, per motivi di prestigio inerenti al rango di capitale ducale svolto dalla città di Parma, il livello degli spettacoli era sempre più che dignitoso.
Quando si pensa al teatro ottocentesco la mente corre subito all'opera lirica, ma non bisogna dimenticare che allora a teatro si svolgevano anche balli, veglioni, tombole, accademie di giuochi meccanici ecc. Si trattava insomma del palcoscenico della città sul quale si rappresentavano certa­mente le opere di Verdi, ma anche il canto militare per la ricorrenza del giorno natalizio di SAR Carlo III , oppure, ai tempi di Maria Luigia, l'espo­sizione al pubblico di selvaggi detti Osages (indiani Sioux).
Dall'esame del materiale archivistico del fondo è possibile trarre anche numerose indicazioni sull'architettura e sull'arredo del teatro-
Oggi, con la pubblicazione di questa poderosa opera, 612 pagine di in­ventario di un fondo che, come abbiamo detto, non è vastissimo, l'attività degli studiosi è enormemente facilitata. Il lavoro di Roberta Cristofori è vera­mente meritevole; pubblicazioni di inventari a questo livello di dettaglio non sono certo comuni.
Ogni raccoglitore è descritto nei suoi fascicoli e anche nei singoli docu­menti; ove necessario l'autrice ha anche inserito delle note bibliografiche rela­tive agli argomenti trattati nei documenti.
Normalmente il carteggio è diviso su base annuale con diverse serie così strutturate: amministrazione, personale, spettacoli, contabilità e diverse. Al ter-