Rassegna storica del Risorgimento
Commemorazioni. Matteo Fantasia
anno
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1994
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pagina
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545
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Libri e periodici 545
per fondare una casa del suo Istituto della Carità in quella città, il Rigler ne fu il rettore ed entrò nella neocostituita congregazione. Questa fondazione, tuttavia, anche se cominciò con la prospettiva di un promettente avvenire, si rivelò ben presto precaria per i molti ostacoli che insorsero lungo la sua strada. L'autorità episcopale guardava con un certo sospetto a questo istituto esente, che sfuggiva all'autorità di giurisdizione dell'ordinario locale; l'autorità governativa, si è ancora a regime asburgico, nutriva diffidenza verso una congregazione che aveva il proprio superiore generale all'estero; Rosmini, infatti, aveva fondato l'Istituto della Carità a Domodossola nel 1828, negli Stati Sardi. Per di più il Rosmini era oggetto di particolare vigilanza da parte dell'Austria metternichiana, perché lo si credeva affiliato alla Giovine Italia e alla Carboneria. Come se questo non bastasse, tutti i suoi atteggiamenti, il giro di amicizie intellettuali ed altolocate lo facevano di sentimenti liberali e filoliberali.
Per tutte queste motivazioni, dall'autorità governativa austriaca Rosmini poteva sperare ben poco per la congregazione che aveva fondato. Anche il clero locale guardava con indifferenza alla comunità rosminiana trentina, anche se la vedeva fervorosa nella spiritualità e di notevole livello intellettuale, che si esplicava soprattutto nella predicazione e nella catechesi.
Le 130 lettere inedite di Rigler a Rosmini parlano di tutto questo e l'introduzione di Pietro Zovatto mostra i motivi decisivi che spinsero il Rigler a staccarsi dal Rosmini, che era proiettato nella chiesa universale; la prevalenza dell'ascetismo attivistico era evidente nel primo, mentre la charitas intellettuale emergeva nel secondo.
Questo lavoro porta una nuova pagina alla biografia rosminiana e una equilibrata puntualizzazione nei rapporti tra Rigler e Rosmini, che finora venivano prospettati dalla storiografia a tutto vantaggio dell'uno e a tutto svantaggio dell'altro, o viceversa.
GIAN BIAGIO FURIOZZI
AA.W., Storia della cooperazione in Sardegna. Dalla mutualità al solidarismo d'impresa 1851-1983, a cura di GIROLAMO SOTGIU; Cagliari, Cuec Editrice - Roma, Editrice Cooperativa, 1991, in 8, pp. 406. L. 30.000.
Nel 1987 veniva dato alle stampe il poderoso volume di Renato Zan-gheri, Giuseppe Galasso e Valerio Castronovo, dedicato allo studio delle vicende attraversate dal movimento cooperativo nell'arco di un secolo, dalla sua nascita, datata 1896, al 1986.1) Quel saggio vera e propria pietra miliare per gli studi sul cooperativismo nel nostro paese ha avuto tra gli altri un ulteriore merito: quello di costituire un prezioso ed indispensabile punto di riferimento e di confronto per gli autori del presente volume, che con una ricerca durata per oltre un biennio sono riusciti a colmare una vistosa lacuna nella storiografia della Sardegna.
I sei autori dei cinque saggi (Gianfranco Tore, Gian Giacomo Or tu, Laura Pisano, Maria Rosa Cardia, Aldo Accardo e Luciano Carta) si sono suddivisi cronologicamente lo studio del fenomeno cooperativo nell'isola sotto l'attenta supervisione ed il coordinamento di Girolamo Sotgiu che in un suo seminario di studi ha tracciato le linee conduttrici della ricerca ed hanno affrontato oggettive difficoltà nel rintracciare e raccogliere lo scarso ma-
i) RENATO ZANGHERI, GIUSEPPE GALASSO, VALERIO CASTRONOVO, Storia del movimento cooperativo in Italia. La Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue 1886-1986, Torino, Einaudi, 1987.