Rassegna storica del Risorgimento
Commemorazioni. Matteo Fantasia
anno
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1994
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pagina
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548
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548 Labri e periodici
Con l'arrivo a Londra nel 1881 per la partecipazione al Congresso anarchico, Merlino fece il suo ingresso tra i grandi schedati delle polizie europee. Ebbe anche inizio il suo esilio, che lo vide peregrinare tra Londra, Parigi e Bruxelles, e durante il quale si dedicò all'approfondimento ideologico del suo socialismo anarchico, inteso come sintesi tra individualismo e collettivismo, essendo egli fortemente critico sia del capitalismo liberista che del socialismo statalista. Del 1887 è il suo Socialismo o Mottopolismo?, che Berti definisce il primo testo scientifico della letteratura socialista italiana (p. 86). Collaborò a varie riviste europee, mentre a Londra frequentò ambienti vicini alla Fabian Society, che per l'A. influenzarono in qualche modo le sue scelte future. Nel 1890 pubblicò L'Italie felle qu'elle est, contenente per l'A. una critica lucidissima della borghesia italiana e in cui egli precorse Gramsci (e secondo taluni, come Cafagna, egli lo superò perfino) nell'interpretazione del Risorgimento come caratterizzato da forti limiti del Partito d'Azione; egli vi anticipò anche l'interpretazione del trasformismo come gioco delle parti tra moderati e progressisti, in quanto entrambi appartenenti alla stessa classe sociale, tesi poi condivisa da autori come Maturi e Salvatorelli. Quel libro, secondo l'A., è anche all'origine di gran parte delle tesi meridionaliste dei decenni successivi.
Nella primavera del 1891 Merlino dette inizio, con alcuni articoli sulla Società nouvelle di Bruxelles, alla sua critica del marxismo, anticipando cosi di quasi dieci anni lo stesso Bernstein, come peraltro intuirono all'inizio del secolo il Fiorentini e il Michels. La sua affermazione fondamentale fu che il socialismo non andava identificato con il marxismo, con la conseguenza che una eventuale crisi del secondo non comportava automaticamente quella del primo. Di Marx egli respinse il deterrninismo, la teoria del valore e la dittatura del proletariato, prevedendo con largo anticipo che il comunismo si sarebbe trasformato ineluttabilmente in una dittatura burocratica. Nel 1892 si recò per sei mesi negli U.S.A., dove fece una propaganda enorme con articoli e discorsi. La sua militanza anarchica ebbe termine il 30 gennaio 1894, quando fu arrestato a Napoli mentre si recava in Sicilia per partecipare al moto dei Fasci, di cui aveva compreso l'importanza. Uscito di prigione nel 1896, abbandonò ranarchismo. Sui motivi di questa svolta qualcuno ha intravisto l'influsso di quella analoga del Costa, ma già il Tranfaglia aveva notato come quest'ultima fosse avvenuta ben quattordici anni prima, ritenendo più accettabile, semmai, un'influenza dovuta alla più recente nascita del P.S.I. Ora Berti approfondisce ancora questo punto, aggiungendo tra i fattori determinanti il fallimento di venti anni di tentativi insurrezionali, l'assorbimento di teorie come l'evoluzionismo e il relativismo, il già citato rapporto con i fabiani e infine il suo graduale riconoscimento della democrazia liberale come valore positivo.
Dell'estate 1897 è il libro senza dubbio più importante di Merlino, ovvero il Pro e contro il socialismo, nel quale venivano sviluppate le tesi esposte sulla Società nouvelle e perfezionate le critiche ai capisaldi del marxismo, equiparando il socialismo di Stato al capitalismo di Stato e anticipando gli esiti necessariamente totalitari delle teorie marxiste. Berti osserva giustamente che la concezione merliniana si poneva a cavallo tra una concezione liberale e una concezione libertaria, in quanto prospettava un sistema misto in politica e in economia; un sistema che tuttavia non era solo un vago auspicio , come lo definisce l'A., ma era assai concreto, in quanto esso (per il quale Merlino adottò la definizione di democrazia pura ) prevedeva di affiancare al Parlamento strumenti di democrazia diretta come il referendum, la revocabilità delle cariche, il controllo dal basso ecc. Comunque il Pro e contro il socialismo, ci informa l'A., ebbe una scarsa accoglienza nell'area socialista, mentre riscosse maggiore attenzione presso autori come Mosca, Ferrerò e Nitri.