Rassegna storica del Risorgimento
Commemorazioni. Matteo Fantasia
anno
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1994
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pagina
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557
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Libri e periodici 557
fatti, si contrapponevano i riformisti legalitari di Filippo Turati e i sindacalisti rivoluzionari di Arturo Labriola; con una terza frazione, detta intransigente, che faceva capo ad Enrico Ferri. Nel 1902, al Congresso di Imola, prevalsero i riformisti; nel 1904, a Bologna, l'alleanza fra rivoluzionari ed intransigenti ebbe invece il sopravvento. A superare questi contrasti, e a salvare un valore ritenuto da tutti prioritario l'unità del partito si venne però sviluppando dal tronco dell'intransigentismo ferriano (che tale era soltanto di nome, mentre in realtà ritirava a porsi come ago della bilancia nella ricerca dei difficili e precari assetti interni) la corrente integralista, uscita a sua volta vincitrice nel Congresso di Roma del 1906. Questa corrente, che trovò il suo nuovo leader in Oddino Morgari, e un esponente di tutto rilievo in Francesco Pao-loni, ottenne un successo schiacciante ma effimero. Attaccata con opposte motivazioni da destra e da sinistra, essa finì per esaurirsi e per rifluire su posizioni riformiste già due anni dopo, nel successivo Congresso di Firenze. Non--9dimeno la breve parentesi integralista rappresentò un momento importante nella vita del partito, quale sintomo dell'esigenza sempre avvertita e mai soddisfatta di trovare un punto di equilibrio fra le due anime del socialismo italiano.
Se tale esigenza, e l'episodio storico che ne conseguì, erano ben conosciuti, su Paoloni non si possedeva ancora uno studio sistematico. Questa lacuna, abbastanza grave stante la rilevanza del personaggio, viene adesso opportunamente e lucidamente colmata dal volume di Gian Biagio Furiozzi. Almeno in misura parziale: giacché l'opera, come indica il titolo, abbraccia il periodo 1892-1917, assai più breve dell'arco di vita del protagonista (nato nel 1875, morto nel 1956), sorvola di necessità sulla sua formazione politico-culturale, e per esplicita intenzione dell'autore lascia fuori le successive vicende del Nostro, che aderì al fascismo e finì senatore del regno. La scansione temporale proposta è peraltro di estrema importanza per la storia del socialismo: il termine a quo è infatti l'anno di fondazione del partito, quello ad quem Tanno della rivoluzione russa. Al centro del periodo, nel 1905-1906, si colloca appunto il tentativo integralista, che possiamo riassumere con le parole stesse del Paoloni.
Per questi, dunque, socialismo integrale era quello che non trascurava e non rifiutava né il miglioramento immediato delle classi sfruttate dalla borghesia, né il fine ultimo della socializzazione dei mezzi di produzione e lavoro; né l'azione contingente (fosse essa sindacale, elettorale, parlamentare, governativa), né il più lontano obiettivo dell'instaurazione di una società socialista. Né, insomma, il programma minimo, né il programma massimo, dei quali tanto si era discusso, e sui quali così profondamente ci si era lacerati e divisi. Riformismo, rivoluzionarismo, sindacalismo apparivano al Paoloni come mezzi inadeguati perché unilaterali, che occorreva sostituire e superare con un blocco socialista in grado di integrare le diverse istanze e di fornire una solida base per la ricostituzione e la salvaguardia dell'unità del partito.
Questa visione derivava evidentemente al Paoloni dall'esperienza fatta quale organizzatore e propagandista: a Terni, dove era stato inviato dalla Direzione del PSI durante la drammatica crisi di fine Ottocento, e dove aveva svolto i ruoli di rappresentante operaio nelle Acciaierie, di fondatore e direttore della Turbina (un giornale destinato a diventare il periodico più diffuso e quasi l'organo ufficiale del socialismo umbro), di animatore sia della locale Camera del Lavoro sia della costituenda sezione socialista; e poi, sempre come giornalista e dirigente nel sindacato e nel partito, a Verona, Novi Ligure, Frascati, insomma ovunque ci fosse bisogno della sua parola e della sua azione. Questa visione avrebbe continuato ad accompagnare il Paoloni negli anni che lo videro delegato ai congressi locali e nazionali del partito e a quelli dell'Internazionale socialista, o redattore del Sempre Avanti e col