Rassegna storica del Risorgimento
Commemorazioni. Matteo Fantasia
anno
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1994
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558
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Libri e periodici
labotatore di altri fogli progressisti e democratici, o infine sostenitore di alleanze con forze affini (per esempio con i socialisti cristiani) allo scopo di costruire attorno alle giuste rivendicazioni dei lavoratori un più largo consenso; in una costante posizione intermedia, che Furiozzi sintetizza nella efficace formula tra Turati, Bissolati e Salvemini ; e per una ripresa dell'integralismo in anni di crisi profonda del partito (quando fra il 1908 e il 1911 si decantarono per dirla con Maurizio Degl'Innocenti diverse posizioni ideologiche e politiche: il progetto di una democrazia del lavoro, l'espulsione dei sindacalisti rivoluzionari, la scissione all'interno dei riformisti); fino alla vigilia di accadimenti che avrebbero costituito la prova del fuoco per una politica socialista unitaria, quali la guerra di Libia e la settimana rossa. E ciò anche quando l'esercito integralista sono parole di Paoloni era ridotto ormai a quattro o cinque soldati .
Furiozzi, che in passato aveva già trattato sporadicamente di alcuni aspetti della vita e dell'attività del Paoloni (e ricorderò in proposito un articolo su <t La Turbina e il movimento socialista a Terni tra Ottocento e Novecento, apparso proprio sulla Rassegna storica del Risorgimento nel 1988, e il più recente intervento su Francesco Paoloni e l'organizzazione del P.S.I. nell'Umbria e nel Lazio, tenuto in occasione del centenario nel corso di un convegno sulle origini del socialismo nell'Italia centrale) ci dà ora, nei limiti cronologici già rilevati, una biografia completa di questo personaggio-cerniera nella storia del primo socialismo italiano. E lo fa con lo stile agile e discorsivo che gli è consueto, e che permette al lettore uà approccio immediato con il protagonista e con il suo tempo. Che fu tempo di grandi speranze e di grandi delusioni, di lotte aspre, di duri confronti di classe, in una società che stava superando la propria secolare arretratezza per diventare una moderna potenza industriale, e che cercava perciò di contro al governo delle vecchie consorterie liberali di sperimentare nuove e inedite forme di democrazia e di partecipazione.
La guerra mondiale, con gli eventi che ne seguirono, volle essere una risposta dei gruppi dirigenti nobiliari e borghesi alla richiesta delle masse (o meglio, delle organizzazioni che se ne facevano portavoce) di giocare un ruolo decisionale nella sfera del potere politico. Fu il richiamo all'ordine, alla disciplina, alla gerarchia. In essa era implicita una finalità anti-socialista che molti socialisti purtroppo non percepirono, illudendosi al contrario di volgere il conflitto nazionalistico in guerra civile e rivoluzione sociale (illusione che fu in seguito rafforzata dall'esempio leninista e sovietico). Paoloni fu tra questi: anzi, come recita il titolo dell'ultimo capitolo, fu il primo interventista del P.S.I. . Anticipò dunque Mussolini, che difese contro il provvedimento di espulsione comminatogli dalla direzione del partito; si avvicinò tatticamente ai riformisti di destra, che già si erano distinti per il loro libicismo; divenne corrispondente romano del Popolo d'Italia, essendo espulso a sua volta dal PSI per questa collaborazione. Considerò l'interventismo socialista come una necessità e una benefica reazione agli errori della Direzione dei partito e alle esagerazioni del suo neutralismo . Non ammise insomma il carattere classista della guerra, l'obiettivo che essa perseguiva di arrestare il moto della storia, di rimettere le cose al loro posto.
Come si è detto, la ricostruzione di Furiozzi si ferma qui. Forse sarebbe stato bene, invece, proseguite nell'esame, seguendo la parabola e se si vuole l'involuzione del Paoloni: la quale fu simile d'altronde a quella di tanti socialisti divenuti, dall'anarchismo e dal sovversivismo delle origini, sostenitori dello Stato corporativo e totalitario. E cercare di comprendere, anche per questa via, le durature ragioni del socialismo e le cause della sua perenne sconfitta.
FRANCO BOZZI