Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Calabria. Brigantaggio. Secolo XIX
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1995
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Alfonso Scirocco
prio I pochi banditi rimasti in libertà, dei quali si temono i collegamenti politici. Del Carretto, deluso per la mancata presentazione di Manes, che era sembrata imminente, in un primo momento pensa alle truppe, che nel cuore dell'inverno soffrono straordinarie fatiche : vuole che i soldati siano concentrati nei capoluoghi di distretto e circondario, che siano meglio distribuiti i gendarmi a piedi e a cavallo, che siano presidiate casine, masserie, torri e poste degli armenti, che sulla Sila, troppo disagiata, vadano solo squadriglie, accompagnate da qualche gendarme.3'5 Ma di lì a poco ritorna sulle sue decisioni. È ora più che mai della dignità governativa e dell'interesse pubblico rinvigorire ed incalzare la persecuzione con aggiunzioni di mezzi e di spedienti tanto contro il Manes che contro Talarico , scrive a Zola nel febbraio '45. Ordina, perciò, che la truppa non sia concentrata, ma divisa in piccoli distaccamenti a formare colonne mobìli sempre in movimento , e che alle squadriglie siano aggiunti quattro gendarmi; invia un rinforzo di 60 gendarmi nella provincia; prescrive l'aumento dei premi e l'intensificarsi delle pratiche per la cattura di Talarico con i boscaioli di Serra; giunge ad autorizzare l'arresto e l'invio in prigioni lontane di tutti i parenti, amici e sospetti di corrispondenza, il disarmo generale dei paesi sospettati di favorire i banditi e dei loro paesi di nascita, impone ai proprietari di collaborare, con la minaccia di restringere le loro industrie e fare occupare dalle truppe casine e masserie a loro spese .31)
È il momento atteso da Zola. Con un manifesto del 1 marzo '45 il colonnello annunzia le nuove misure di rigore disposte dal governo: aumento delle taglie per Talarico a 1.800 e 1.200 ducati, per Manes a 800 e 600, taglie minori per gli altri e premi per chi collaborerà alla cattura, rigorosa applicazione delle leggi contro i complici, disarmo dei sospetti, minaccia di provvedimenti a carico dei proprietari.32*
I risultati non tardano ad arrivare, ma come frutto solo indiretto della pressione militare. La lunga resistenza dei due banditi non era dovuta al caso, bensì alla personalità di Talarico e Manes, diversi dalla massa dei contadini rozzi e analfabeti che formavano il nerbo delle bande. Entrambi appartenenti a famiglie di proprietari, forse studente in seminario e farmacista il primo, massaro di campagna il secondo, godevano dell'appoggio di parenti ed amici influenti, che si adoperavano per ricu-
f. 2.907. L'elenco fa parte dei documenti consegnati da Zola all'intendente De Sangro al momento di lasciate l'incarico.
*B Napoli, 15 gennaio 1845, ivi. Zola il 24 gennaio chiese altre truppe, perché le squadriglie non bastavano, e propose di obbligare i proprietari a concorrere alla distruzione del brigantaggio: ivi.
3 Napoli 18 febbraio 1845, ivi.
38 Copia del manifesto è ivi.