Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Calabria. Brigantaggio. Secolo XIX
anno
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1995
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pagina
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16
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16 Alfonso Scirocco
non solo non ve n'ha che non vi abbia il Talarico le sue stabili relazioni, e da dove può ricevere sempre ciò che abbisogna, senza la necessità dei casini, e delle torri, e dei pagliai. Fa d'uopo che per un momento V. E. abbandoni l'idea del passato brigantaggio per guardare diversamente il presente. Quello percorreva una ristretta periferia di terreno perché ristrette n'erano le sue relazioni ed i rapporti, locché rendeva facile raggiungere l'uno e scoprire l'altro, ed in ambo i casi il risultato n'era sempre certo. Non così gli attuali, che per l'esteso fautorismo e per le stabili sue pratiche il vastissimo territorio di due province li è comune e lo percorre a seconda del bisogno che ne sente, e delle molestia di persecuzione che riceve, e da un punto passa nell'altro, ed in altro pure, quando anche in questo viene molestato dalle forze .
Come rimedio al fallimento della repressione si pensava di rendere più ingombrante l'apparato. Zola inviò un progetto del maggiore Ritucci: un grosso fascicolo di 33 pagine, in cui si proponevano ulteriori aumenti di taglie e di premi, sanzioni a carico dei comuni, coinvolgimento dei proprietari, obbligati, tra l'altro a concorrere solidarmente al risarcimento dei danni inferii ad una proprietà.40* Eccessivi rigori, di cui non si ha esempio neppure nelle crudeli memorie del militare decennio : così il progetto fu giudicato a Napoli. Esso, proseguiva il ministro, sanzionerebbe e proclamerebbe solennemente all'Europa la deplorabile e vergognosa idea di essere il brigantaggio male perenne e condizione costitutiva del nostro paese .41)
Ormai era venuta meno la fiducia nell'uomo al quale erano stati concessi pieni poteri. Mentre Zola accusava il fato avverso, Del Carretto lo rimproverava per non aver partecipato personalmente agli agguati, ricevendone un'aspra risposta sulla dignità di un ufficiale e sulle caratteristiche di un appostamento notturno nella foresta.42* Il governo decise di puntare sulle trattative. Nel luglio cessò la missione di Zola, e Del Carretto si rivolse all'intendente della provincia, Vincenzo De Sangro, che mise in moto vari intermediari, ottenendo ai primi di settembre la resa di Talarico con tutta la sua banda*
La grazia concessa dal sovrano, presentata come un atto di clemenza, fu pubblicizzata con manifesti in tutti i comuni delle due province, Cosenza e Catanzaro, in cui i banditi avevano agito. L'operazione sembrava un successo del ministro della Polizia, ma ben presto si comprese che la generosità era stata dettata dalla debolezza, che Talarico, gratificato di una pensione (che sarebbe stata pagata regolarmente anche dallo Stato
*> Cosenza 28 giugno 1845, con annesso manoscritto, À.S.N., Min. Poi, f. 2.905.
4n Appunto senza data, ivi.
*3 CÉr. A. SCIROCCO, Briganti e società, dt., p. 48 sgg.