Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Calabria. Brigantaggio. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <18>
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Alfonso Scirocco
solo o con pochi compagni: il suo curriculum, di tutto rispetto, com­prendeva ricatti, sequestri, spietate esecuzioni di traditori o di spie, non, come egli stesso avrebbe sottolineato, attacchi al procaccio che traspor­tava i proventi delle tasse, o altre clamorose imprese contro le autorità. Poi, riconoscente al sovrano, nella relegazione tenne vita esemplare, fece le rivelazioni che abbiamo ricordato precedentemente sui rapporti coi li­berali, da buon pentito si offrì perfino di tornare in Calabria con la sua compagnia per combattere i malviventi che la infestavano.48* Nulla della protervia di un Vardarelli, che si era proclamato pari al re, o dei vagheg­giamenti di rivoluzione sociale di un Ciro Annicchiarico.49) A conclusione di mesi di caccia, in cui erano stati profusi contro Manes e Talarico uomini e mezzi, nelle mani della giustizia restavano individui sbiaditi, abili in sequestri ed estorsioni, causa di preoccupazione per i proprietari, ma in nessun modo riferimento per rivendicazioni sociali o politiche. Le vicende successive al moto del 15 marzo '44 ed alla spedizione dei Ban­diera confermavano il carattere marginale del brigantaggio nella vita delle Calabrie.
ALFONSO SCIROCCO
**> Ivi, p. 50 gg,
W Sui due cfr. A. LUCARELLI, II brigantaggio politico del Mezzogiorno d'Italia dopo la seconda restaurazione borbonica (1815-1818), Bari, 1942.