Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Gioacchino Rossini. Storiografia. Secolo XIX
anno
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1995
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pagina
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36
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Marco Salvarani
nelle due biografie. Si noterà la fantasiosa dovizia di particolari (dialoghi tra virgolette compresi) che gli Escudier ricavano da un non identificato habile chroniquer ,20) di contro alla stringata esposizione dei fatti in Zanolini. Entrambe le biografie chiamano in causa Stanislao Mattei: il vecchio maestro bolognese di Rossini avrebbe avvertito il compositore dell'imminente pericolo d'arresto, offrendogli del denaro per la fuga. Rossini rifiuta. Per gli Escudier l'episodio dà l'idea de l'indiffé-rence de Rossini à l'égard des choses qui ne tenaient pas au théatre ; non è assente un leggero compiacimento nel descrivere un giovane Rossini fatalista e baldanzoso, fiducioso nelle risorse della sua furbizia (come i personaggi delle sue opere buffe) e in quelle degli impresari (!) che a gran voce avrebbero richiesto male che fosse andata la sua liberazione. Il racconto dei francesi si chiude con l'immagine del generale Stefanini e di tutti i suoi ufficiali che, convocato qualche giorno dopo coro e banda militare, riuniti ad ascoltare l'inno, si guardano l'un l'altro avec stupéfaction : dopo le prime misure, le sole che Rossini avrebbe modificato, si accorgono che non di un inno a Francesco I si tratta, ma della Marseillaise italienne .21)
Zanolini scrive che Rossini si presenta all'austriaco mostrandosi anfibio nella politica (artatamente o obiettivamente?) e calca la mano sul gesto dell'inganno (burla e vendetta) compiuto incurante di compromettersi con l'opinione pubblica: Rossini, già in salvo, passando a chiu-s'occhi la taccia di banderuola presta a volgersi ad ogni vento, fu lieto di essersi così burlato di un Generale degli Austriaci carceratori di suo padre .22) Nei Nuovi ricordi ribadisce che fra le accuse volte a Rossini c'è quella di non mostrarsi tanto vivamente acceso d'amor patrio, quanto non solo i finti e smoderati, ma i veri e saggi patrioti ed i suoi amici ed ammiratori [quindi Zanolini stesso] avrebbero desiderato ; però ricorda subito, in nota, che il pesarese è l'autore della Marsigliese italiana?*
Nella già citata lettera al Santocanale, è Rossini stesso a valutare l'aneddoto per quello che è: Si è voluto dare a questo tratto un colore di plaisanterie, ma sarebbe stata questa una vigliaccheria di cui Rossini è incapace. Io sono dolce di carattere ma fiero nell'animo . E prosegue: allorquando ritornò l'austriaco generale in Bologna io ero a Napoli intento a comporre un'opera [...] . Ma sappiamo che questo non è vero, perché da altre lettere si può dedurre che egli non lascia Bologna prima del giugno (cioè due mesi dopo i fatti, conclusosi il Con-
2W Per G. Radiciotti si tratta di Eugène de Mirecourt, libellista e giornalista (vedi nota 18).
2> FRERES ESCUDIER, op. cit., pp. 85-86.
A. ZANOLINI, op. cit., 1875, p. 15.
23) Ibidem, p. 155.