Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Gioacchino Rossini. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <40>
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Marco Salvar ani
quelle in onore di Giovanni Maria Mastai Ferretti eletto pontefice come Pio IX nel giugno del 1846. È di questo periodo, per inciso, quello che sembra essere l'unico atto politico in senso proprio di Rossini, il quale firma assieme ai liberali bolognesi, tra cui Marco Minghetti, una peti­zione presentata al Sacro Collegio dei cardinali per ottenere riforme nello Stato pontificio e pubblicata nel Journal des débats. Quali e quante aspet­tative, poi deluse, fra i liberali italiani crea l'elezione di Pio IX è fatto ben noto; nell'immediato il Pontefice si limita ad alcuni provvedi­menti, tra i quali l'amnistia per i prigionieri politici. Anche in questa occasione Rossini è invitato a fornire una composizione ed accetta. Il Grido di esultazione riconoscente alla paterna clemenza di Pio IX (cono­sciuto anche come Inno popolare a Pio IX) fu eseguito il 23 luglio del 1846 sulla scalinata di San Petronio in Piazzo. Maggiore a Bologna, ap­pena si ebbe notizia dell'editto del perdono. Le cronache raccontano che l'inno fu eseguito da 500 persone tra coristi e orchestrali sotto la perso­nale direzione dell'autore che ne aveva con gran'zelo curate anche le prove, dimostrando un interessamento per l'esito finale non solo note­vole ma anche non abituale negli ultimi anni.
Anche in questo caso Rossini non propone musica nuova ma un adattamento di un inno scritto in memoria di Torquato Tasso due anni prima,36* inno che, a sua volta, è un adattamento del Coro dei Bardi3,) de La Donna del lago, opera composta nel lontano 1819.
Al di qua del convenzionale modus operandi dei compositori del­l'epoca che non si facevano alcun problema di utilizzare in diverse occasioni gli stessi brani e di spostarli da un'opera all'altra non sor­prende che Rossini riprenda spesso questa parte della Donna del lago; il coro, che vi assume ruolo protagonista, comincia quasi in sordina, con un accompagnamento di arpa ed archi pizzicati; ma la temperatura poco a poco cresce fino a raggiungere un climax di eroico piglio guerriero con l'ingresso di trombe e timpani.
L'opera quasi ad ogni scena parla di amor patrio, di lotta agli op­pressori e così via. La vicenda narrata, ambientata nella Scozia del XVI secolo, vede nel finale i ribelli sconfitti ma salvati dalla clemenza del
*) Coro per il terzo centenario della nascita del Tasso {Santo Genio de l'itala terra), testo di Giovanni Marchetti.
3?> L. ROGNONI, op. cìt., p. 466.
3*) Successivamente lo storico Giovanni Spada, amico di Rossini, chiede al com­positore di scrivere ancora una cantata in onore di Fio IX, da eseguirsi a Roma; Rossini, dopo aver tentato di declinare l'invito finisce per accettare; la Cantata ricordata col titolo il Genio del Cristianesimo (il testo è del conte Giovanni Mar­chetti di Senigallia) fu eseguita a Roma nel gennaio del 1847 in Campidoglio. Di questa composizione è rimasto il manoscritto autografo che dimostra, ancora una volta, che gran parte delila musica deriva da opere precedenti.