Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Gioacchino Rossini. Storiografia. Secolo XIX
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1995
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Rossini, un patriota senza importanza? 43
Bologna e adduce a motivo l'indisposizione di sua moglie. Quanto all'inno composto da Bassi, Rossini è ad un tempo esplicito e prudente: prima di tutto sottolinea di aver smesso di comporre da tempo ma che, in quanto vero e caldo italiano ritenterà l'esercizio dell'abbandonata professione su quei versi. Ma subito aggiunge: mi sforzerò di adattare al canto e all'entusiasmo di tutta Italia, plaudente al grande, al benefico, nostro sovrano il pontefice Pio IX ,44) tracciando quindi chiaramente i confini del suo coinvolgimento. Ad ogni modo l'inno di Ugo Bassi non verrà mai musicato da Rossini. La spiegazione ufficiale è che il metro di quei versi male si adatta alla musica. Un nuovo testo è approntato da Filippo Martinelli; Rossini scrive in linee essenziali le parti vocali e un abbozzo dell'accompagnamento e passa il tutto all'amico musicista bolognese Domenico Liverani perché lo completi strumentandolo. Questa composizione conosciuta col titolo Coro della Guardia Civica di Bologna è eseguita in quella città, in Piazza Maggiore, la sera del 21 giugno 1848 anniversario dell'incoronazione di Pio IX, con successo, naturalmente, enorme. I proventi andranno alle famiglie dei caduti nelle battaglie per l'indipendenza.45*
Zanolini sottolinea che il Coro fu festosamente eseguito in onore di Pio IX creduto promotore e sostenitore della guerra per la libertà . H pontefice all'epoca ha infatti già dichiarato di non essere ostile all'Austria. Contrariamente a quanto Rossini auspica, gli esiti nell'immediato sono, come è noto, compiutamente infelici. Gli austriaci, vincitori a Cu-stoza, in agosto tentano di riprendere Bologna; la città, in una situazione di anarchia e di terrore, non è certo il posto dove Rossini né chiunque altro amerebbe tornare; in dicembre la situazione politica si complica ulteriormente con i fatti di Roma; nell'agosto dell'anno successivo gli austriaci riconquistano Bologna e Ugo Bassi viene fucilato nel nome del pontefice romano .
In tutto questo periodo Rossini risiede nella quieta Firenze; la fuga del Granduca Leopoldo II finito anch'egli temporaneamente a Gaeta come Pio IX e la breve stagione del Governo provvisorio non sembra aver in alcun modo coinvolto il compositore. Rossini torna a Bologna solo nel settembre del 1850, quando da qualche mese le acque si sono un poco calmate per così dire con il ritorno di
Lettera a Ugo Basai, 2 maggio 1848.
**> In risposta a una lettera di plauso inviatagli dal senatore Gaetano Zucchinì e dal comandante la Guardia civica bolognese Giuseppe Fagnoli, Rossini ribadisce i suoi sentimenti patrii: Sono oltremodo lusinghiere le espressioni colle quali è piaciuto alle S[ignorie] V[ostre] di contraccambiare il modesto tributo da me offerto alla patria nei momenti importanti di sua rediviva dignità e grandezza. Io faccio voti sinceri perché un esito compiutamente felice coroni gli sforzi di tutti verso lo scopo più glorioso e più sacro; ma respinge l'invito a tornare a Bologna (il motivo è sempre la salute di Olimpia).