Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Gioacchino Rossini. Storiografia. Secolo XIX
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1995
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Rossini, un patriota senza importanza ? 49
Fidando in De Sanctis, è interessante notare come nella mente del compositore la vicenda bolognese si sia modificata: non si tratta più dell'accusa di ricco retrogrado , non è più questione di un paio di cavalli bolsi sfiancati . Qui entra in campo, a tutto campo, la musica con le sue funzioni simboliche nella politica e nel sociale. Secondo un altro biografo, qualche anno prima (1855) Rossini avrebbe dichiarato: Mi chiedevano cose ch'io non poteva fare. Volete denari? Ve ne darò, e ne ho; ma volevano che io fossi il capo delle musiche di tutta Italia, e che portassi la divisa militare, come un giovinotto di diciott'anni .64) La difesa è giocata sul piano dell'età, ma regge anche su quello ideologico. Nessuno sa meglio di lui come, peraltro, le stesse note possano servire un partito o l'avverso, e rifiuta di assumersi il ruolo (simbolico) di capobanda delle nuove fanfare rivoluzionarie. Certamente Rossini è in difficoltà sul piano personale, ma se c'è ambiguità essa è, ancor prima, al di fuori della personalità del compositore. Le sue opere divengono parte del precipitato emozionale delle lotte ideologiche e politiche, nei due segni opposti. Rossini, ad esempio, non può certo sottoscrivere l'elezione del suo Teli a complice dell'insurrezione parigina contro Carlo X,65* da cui ha ricevuto onori e protezione; tanto più che proprio a Carlo X l'opera è dedicata. Ma neppure può approvare una lettura che appiattisca il suo ultimo lavoro teatrale, il più sofferto, avanzato e diverso, sul fondo di convenzioni obsolescenti e disinneschi decisamente la carica simbolica-emotiva-patriottica alla quale egli stesso si richiama: [...] ho vestito le parole di libertà nel mio Guillaume Teli a modo di far conoscere quanto io sia caldo per la mia patria e pei nobili sentimenti che la investono .
Si può ancora considerare che, in fondo, è Ugo Bassi ad operare il taglio di tutti Ì nodi. Si coltivi qualsivoglia sospetto su Rossini (soggettivamente), ma egli è (oggettivamente) per la sua arte, fautore di indipendenza. C'è qui un'idea di patria a cui nessun italiano, quale sia il suo partito, rinuncia: la patria di cultura e arte, la culla del genio italico (ciò che spingerà i post-unitari a pretendere che la salma del compositore torni in Patria) . L'opera in musica, die Rossini rappresenta all'epoca più di ogni altro nel mondo, è stato uno dei fattori più importanti per la costruzione dell'identità e unità culturale italiana al di là
clic quelle ragazzate hanno in qualche modo giovato; come debbo rendere giustizia a Mazzini, benché io sia avverso alle sue dottrine per avere, con le sue continue agitazioni, suscitato e mantenuto sempre vivo fra gli Italiani lo spirito di libertà e d'indipendenza, rendendo così possibile la presente unità d'Italia: G. DE SANCTIS, op. cit., p. 15.
**> F. MOBDANI, Della vita privata di Giovaccbino Rossini, Imola, 1871, cit. in B. CAGLI e V. EMILIANI, Rossini e Firenze, Firenze, 1993, p. 37.
*5) Vedi sopra il racconto di J. E. Halevy citato.
) Rossini a S. Croce, in B. CROCE e V. EMILIANI, op. cit., p. 41 sgg.