Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Gioacchino Rossini. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <50>
immagine non disponibile

50
Marco Salvarani
(ma anche in forza) delle innumerevoli polerniche,67, In questo Rossini, si sa, fu patriota della massima importanza.
Ma si può anche vedere come la questione perda di consistenza se non si procede alla ricerca della chiave interpretativa che consenta di su­perare un apparente aporema. Se valutare Rossini separandolo dalla sua musica, significa ridurlo a personaggio del tutto irrilevante, assumere l'arte di Rossini come espressione tout-court delle sue convinzioni extra­musicali conduce a inevitabili forzature, quelle che sempre si presentano quando, per valutare la coerenza dell'atteggiamento del soggetto, si co­stringe l'arte a saltare il fosso che la separa dalla realtà. La valutazione di Rossini quale credente nella nuova religione civile ma non pra­ticante , deve ancora fare i conti fino in fondo con l'unica pratica rossi­niana che abbia reale rilevanza: [...] non mi è mai venuto in mente di essere qualcosa d'altro [che un musicista] anche se ho preso parte viva­mente a quello che succedeva nel mondo e specialmente al destino della mia patria .68) L'unico posto che Rossini merita nella storia delle idee è quello che gli spetta di diritto nella storia della musica. Questo punto di vista può sembrare senz'altro scontato, ma implica notevoli difficoltà. A oltre 200 anni dalla nascita, è necessario emancipare (per dirlo in ter­mini mazziniani), senza astrarla, la figura intellettuale del compositore (violentemente strattonata da una parte e dall'altra: classicisti e roman-ticisti, rivoluzionari e reazionari, rossinisti ed antirossinisti, ecc.) da incro­stazioni ideologiche, rendendo queste ultime ben visibili; è un lavoro da compiere sia con gli strumenti dell'indagine biografica e ancor più con quelli dell'analisi musicale e storiografica, poiché spesso nella polemica degli avversari di Rossini si rispecchia la ricezione difettosa da parte dei suoi sostenitori .69) Il discorso è ancora largamente aperto ai risultati che la recente Rossini renaissance promossa dalla Fondazione pesarese va ac­quisendo.
MARCO SALVARANI
*" La constatazione di convergenze critiche tra l'estroso classicismo del pa­trizio reggiano [Carlo Ritorni] e l'ardore rivoluzionario del profeta della " Terza Italia" [Mazzini] [...] può mettere in luce un dato strutturale di fondo. Per un verso l'oggetto delle critiche l'opera in musica funziona da reagente delle tensioni utopistiche di coloro che, nell'" essere ", vedono principalmente il polo ne­gativo di un " dover essere " configurato secondo le proprie idealità; per l'altro, tali utopie, proprio nell'inesorabile ciclico ritorno di abusarissinii topoi riproposti sempre uguali sotto le angolazioni più diverse, ribadiscono la certezza dell'identità di quell'oggetto medesimo, la profondità del suo radicamento nella realtà storica: RENATO DI BENEDETTO, Poetiche e polemiche, in Storia dell'opera italiana, Torino, 1988, voi. 6, p. 60.
<*) Riferito da F. KILLER, Plaudereien mit Rossini, Lipsia, 1868, cit. in G. RADICIOTTI, op. cit., p. 150.
W CARI. DAHLHAOS, La musica dell'Ottocento, Firenze, 1990, p. 66.