Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Liguria. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <60>
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60 Ut Libri e periodici
costituiscono un capitolo fondamentale della storia dell'Europa e del cristianesimo. L'Europe et les destinées du Proche-Orient, il cui primo volume era già apparso a Parigi nel 1970, costituisce un contributo fondamentale alla conoscenza dei complessi rapporti diplomatici tra l'Europa e l'Impero ottomano nell'arco di un secolo (l'opera deU'Hajjar si concluderà con la pubblicazione di altri volumi che copriranno il periodo fino alla Grande Guerra).
Senza pretendere che il Vicino Oriente fosse al principio del secolo XIX il punto nevralgico della grande politica mondiale, come tiene a precisare FA. (I, p. IX), non si può negare che la sorte dell'Impero Ottomano e l'ascesa della potenza siro-egiziana nata dal genio di Mohammed Ali preoccupasse l'Europa della Santa Alleanza.
Soprattutto l'Inghilterra, che insieme alla Francia, aveva fornito il mag­gior numero dei quadri tecnici e militari che furono alla base dell'ascesa politica dell'Egitto, costituì il più fido alleato della Porta ed il più tenace oppositore a quell'ascesa. La potenza britannica temeva in particolare che l'Impero turco, vinto da Mohammed Ali, cadesse nelle mani della Russia, la quale ne sarebbe divenuta il principale sostegno politico e militare ottenendo in cambio il con­trollo del Bosforo e dei Dardanelli.
Anche la Francia, che agli inizi delle fortune egiziane era stato il maggiore sostegno ai disegni di Mohammed AH e di suo figlio Ibrahim Pacha, di fronte alla scelta tra la conservazione dell'impero ottomano chancelant e il sostegno in­condizionato alle pretese egiziane di costituire un regno autonomo siro-egiziano preferì rimanere fedele alla sua tradizionale politica di appoggio al Sultano.
La stessa Prussia, i cui interessi economici in Turchia erano ancora limitati iniziò proprio in quel periodo a volgere lo sguardo in Oriente, favorendo la penetrazione di missionari protestanti (anglo-prussiani) in quelle terre, segno di un suo prossimo impegno diplomatico e finanziario.
Il 24 giugno 1839 presso Nisib l'esercito egiziano inferiva una sconfitta a quello turco: le illusioni dell'Europa di tenere in piedi l'Impero Ottomano sembrano dissolversi come neve al sole. Ma proprio la vittoria egiziana in Siria-Palestina rivelava all'Europa l'importanza strategica di quell'area geografica. Il liberalismo religioso di Mohammed Ali favorì la penetrazione missionaria in quelle terre, cattolica e protestante, e con essa gli appetiti delle potenze europee, per le quali era preferibile, al vitalismo politico e militare della potenza siro-egiziana, che restasse in piedi il grande malato. Une nouvelle croisade chrétienne s'ébauchait dont les mobiles et les destinées specifiques s'accordaient avec les autres impératifs expansionnistes des nations fortes (I, p. 193).
Gli anni che precedettero l'ascesa della potenza siro-egiziana, fino alla sconfitta dei disegni indipendentisti di Mohammed Ali e di Ibrahim Pacha (1841) videro in Europa un grande dibattito culturale sul Vicino Oriente ed una forte spinta dell'attività missionaria in quelle terre, con la Chiesa cattolica sotto l'egida della Francia in prima fila attraverso una ripresa dell'attività missionaria dei cappuccini, lazzaristi e gesuiti.
La politica orientale che giocheranno le grandi potenze tra il 1848 e il 1882 restò ancora quella stabilita nel 1815 al Congresso di Vienna. Esso si affidò ad una sorta di direttorio superiore delle grandi potenze, con il fine di mantenere un equilibrio stabile e permanente in Europa e nelle aree stra­tegiche extraeurope attraverso il dosaggio delle loro forze e dei loro peculiari interessi politici, economici e strategici. Ma questo equilibrio, ancor più che dalle rivoluzioni nazionali in Italia ed in Germania, fu turbato proprio dalla que-