Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Liguria. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <68>
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Libri e periodici
Ciò emerge chiaramente dai presenti Atti, in cui gli interventi più cauti circa le prospettive aperte dal computer si alternano con quelli più ampiamente favorevoli o addirittura entusiasti.
Al primo gruppo si possono ascrivere Paola Canicci, L'archivistica nel­l'età contemporanea. Principi, metodi, risultati (pp. 53-66), che chiarisce di non ritenere opportuno neanche in una prospettiva futura affidare esclusivamente al computer gli strumenti di ricerca , giacché le incertezze che inevitabilmente abbiamo sulla durata degli archivi informatici verrebbero a coinvolgere anche le chiavi di accesso alla documentazione antica (p. 66); Kent M. Haworth, La fedeltà ai principi archivistici. Il futuro della selezione documentaria, della gestione dei documenti e dell'inventariazione nel Nord America (pp. 139-159), che acutamente ammonisce: Guardando al prossimo secolo, gli archivisti dovranno fronteggiare sfide sempre crescenti in relazione ai loro compiti più vitali: selezione, ordinamento e descrizione. Nel rispondere a queste sfide essi non dovranno mai perdere di vista i principi fondamentali che hanno guidato il loro lavoro per molti anni. Fra tutti i tentativi per far fronte a queste sfide ci sono molte idee nuove che spesso intendono risol­vere vecchi problemi. I Romani, credo, si riferivano a una persona con idee nuove, cui essi erano contrari, con l'espressione w homo novus " o " uomo nuovo ", un termine d'insulto più che di approvazione. La novità, come i Romani comprendevano molto bene, non garantisce la qualità. Gli archivisti avranno bisogno di buone idee, non necessariamente di idee nuove per far fronte alle loro responsabilità nel ventunesimo secolo (p. 156); e Angelika Menne-Haritz, L'informatica applicata agli archivi. Le esperienze tedesche (pp. 259-265).
Nel secondo gruppo vanno annoverati invece Michael Cook, Problemi derivanti dall'applicazione dell'informatica agli archivi (pp. 267-288); Saliou Amadi Sissoko, L'utilizzazione dell'informatica negli archivi dei paesi in via di sviluppo. Il caso del Senegal (pp. 289-300); Charles M. Dollar, La teoria e la prassi archivistica di fronte all'informatica. Alcune considerazioni (pp. 303-321) e soprattutto Renato Borruso, I problemi giuridici posti dagli ar­chivi informatici con riferimento all'ordinamento italiano (pp. 323-354), sicuro che il matrimonio tra il computer e la scienza archivistica si presenta oggi, a patto che quest'ultima non si rifiuti di comprendere le immense doti e la vera essenza del giovane partner con cui ha la grande occasione di inte­grarsi e sia disposta a collaborare attivamente con " lui ", come una con­dizione irrinunciabile per assicurare ad una collettività sempre più ampia la memoria più integrale del suo passato e, quindi, una più piena coscienza di sé e, con essa, la forza di proseguire il cammino verso forme di vita sem­pre più umane (p. 348).
Di grande interesse sono anche tutte le altre relazioni, tenute da stu­diosi d'indiscusso prestigio nell'ambito dellchivistica italiana e internazionale, quali Renato Grispo, Cornelis Dekker, Bruno Delmas, Hermann Rumschòttel, Botho Brachamann, Arnaldo D'Addario, Antonia Heredia Herrera, Richard J. Cox e Oddo Bucci. Troppo lungo sarebbe tuttavia anche il semplice elenco dei loro titoli. Ci limitiamo pertanto a sottolineare l'importanza di questo volume, che molto efficacemente documenta al pari di numerose altre iniziative promosse dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali che gli archivisti di Stato italiani non devono più essere considerati eruditi cu­stodi di documenti o studiosi a titolo personale, ma protagonisti di un di­scorso culturale sempre più ampio e complesso, in costante e fecondo dialogo con le analoghe strutture straniere e con le più qualificate istituzioni inter­nazionali.
CLAUDIO SPIRONELLI