Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Giuseppe Mazzini. Emilia Morelli
anno <1995>   pagina <509>
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Il Mazzini di E. Morelli
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quindi il lavoro in quella direzione. Apparve così nel 1965 L'Inghilterra di Mazzini, nella quale l'opera giovanile era sottoposta a una radicale rielaborazione, sulla base di una ricca serie di nuove fonti: i volumi dell'Edizione nazionale mazziniana apparsi dopo il 1938, alcuni giornali radicali inglesi non consultati in precedenza (come il Leader), i documenti diplomatici degli archivi di Vienna e Londra, i volumi relativi alle rela­zioni diplomatiche fra la Gran Bretagna e il Regno di Sardegna curati da Federico Curato e Giuseppe Giarrizzo, le opere di Rudman,15* Bea-lesu e altri storici inglesi recenti, e infine le pubblicazioni edite dai Friends of Italy (rinvenute nel fondo W. Linton della Biblioteca Feltri­nelli di Milano).
Nel volume oltre a quelle relative all'operato di questa associa­zione figuravano così molte pagine nuove, che approfondivano singoli episodi: come la questione dell'apertura delle lettere indirizzate a Maz­zini, l'attenzione delle autorità viennesi per le attività del leader demo­cratico italiano in Inghilterra, il lavoro della Lega internazionale dei po­poli, la costituzione (agosto 1849) déH'Italiatt Refugee Fund Committee. Interamente rifatta era poi la seconda parte, dedicata agli anni compresi fra lo scoppio della guerra di Crimea e la morte di Mazzini e particolar­mente attenta ai difficili rapporti tra il genovese e Garibaldi, alla crescente attenzione dell'opinione pubblica inglese per la causa italiana (inserita però nel quadro della generale libertà dei popoli europei), allo sposta­mento delle simpatie britanniche dal mazzinianesimo verso il Piemonte di Cavour chiaramente percepibile tra il 1859 e il 1860, ai continui tenta­tivi del capo del Partito d'azione di procurarsi danaro in Inghilterra per i suoi progetti insurrezionali lanciando delle sottoscrizioni, sino al lento modificarsi delle prime, non positive impressioni dell'esule italiano sulla società e sulla politica inglesi, che lo indurranno a scrivere che la li­bertà illimitata nel popolo e la manifestazione dell'opinione collettiva ri­spettata, protetta, provocata anzi dal governo, allontanano, rendendola inu­tile, ogni violenza .m E nei giudizi che animano la ricostruzione si mani­festa anche l'equilibrio critico dell'autrice, cui la simpatia per Mazzini come uomo e come patriota non impediva di prendere le distanze dal genovese quando un suo specifico comportamento gli sembrava censura­bile: come quando, a proposito delle prese di posizione dell'esule di fronte all'intervento piemontese nella guerra d'oriente e al suo incitamento ai soldati sardi a disertare scriveva che l'azione e gli scritti di Mazzini
HARRY W. RUDMAN, Italia nationalism and english letters. Fìgures of the Risorgimento ad victorian men of letters, London, Alien and Unwin, 1940.
* DEREK BEALES, England and Italy W9-1860, London, Nelson, 1961.
> EMILIA MORELLI, L'Inghilterra di Mazzini, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1965, p. 147.