Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Giuseppe Mazzini. Emilia Morelli
anno <1995>   pagina <510>
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Franco Della Feruta
in quel frangente non rispondono a quella generosità politica, che carat­terizza il suo agire nei momenti di crisi , sia nel 1848 che nel 1859 e nel 1866.181 Una notazione critica che si può mettere a fianco di quella, a carattere più generale, con cui la Morelli aveva criticato nel 1938 l'in­sistenza di Mazzini a battere la via dell'azione insurrezionale anche in frangenti disperati, quando sarebbe stato più opportuno cedere al consi­glio e all'esempio dei suoi amici inglesi , che avrebbero permesso di risparmiare tanto sangue italiano .19)
Una significativa riprova del continuo stimolo intellettuale esercitato sulla Morelli da Mazzini e dalla democrazia risorgimentale ci è data dai saggi raccolti nel 1950 nel volumetto Giuseppe Mazzini che inaugurava, con una prefazione di Alberto Maria Ghisalberti, la collana dei Qua­derni del Risorgimento . Nelle pagine di esordio la studiosa, lamentando la frattura non ancora pienamente ricomposta che divideva gli sto­rici dell'età moderna e contemporanea da quelli del Risorgimento, inteso come fatto morale e non soltanto ... politico , metteva l'accento sullo scarso favore incontrato sino ad allora dagli studi mazziniani, rilevando poi sulla scorta dell'Omodeo che il processo di formazione dell'unità na­zionale italiana sarebbe risultato quasi incomprensibile senza la ricostru­zione scientifica del pensiero e dell'azione mazziniani nel loro scontro dialettico con l'opera di Cavour.20* E a documentazione della debole pre­senza di Mazzini nel panorama storiografico degli ultimi decenni la Mo­relli tracciava un rapido ma penetrante bilancio degli studi mazziniani.
Nel campo delle opere biografiche, dopo la menzione di quella della White Mario, a ragione giudicata più una fonte che una ricostruzione critica, venivano così esaminate tra le altre quelle degli inglesi Bolton King (di cui veniva disapprovata la scolastica divisione tra attività politica e pensiero) e Griffith (con l'apprezzamento per il criterio ispiratore, indi­viduato nella compenetrazione di pensiero e azione , che aveva per­messo all'autore di dare una interpretazione valida sul piano storico e umano della complessa figura di Mazzini), sino al lavoro di Arturo Codi-gnoia, rivolto prevalentemente alla presentazione dell'opera pratica del ge­novese e meno attento invece agli aspetti ideali.21*
Quanto alle ricerche particolari, riconosciuti i meriti delle pubblica­zioni documentarie del Luzio e dei saggi dedicati alle idee mazziniane da Salvemini, Levi, Salvatorelli e Gentile, la Morelli sottolineava la necessità di mettere in stretto rapporto fra loro il pensiero democratico e quello
w Ivi, p. 149.
W MORELLI, Mazzini in Inghilterra, dt., p. 125.
39 EMILIA MORELLI, Giuseppe Mazzini. Saggi e ricerche, Roma, Edizioni del­l'Ateneo, 1950, pj>. 54*
2) Ivi, pp. 6-16.