Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Giuseppe Mazzini. Emilia Morelli
anno <1995>   pagina <514>
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Franco Della Feruta
ziale dei deputati della Costituente, aveva trasformato Roma nel cuore dell'Italia.
Mediocri apparivano scriveva la Morelli in un passo che è oppor­tuno riportare per la sua densa efficacia rappresentativa [...] sia l'incerto Comitato esecutivo, sia le inconcludenti discussioni parlamentari, sia la scarsa e timorosa preparazione militare. Mazzini riuscirà a galvanizzare questa atmo­sfera e a fare di Roma il fulcro di quell'Italia che aveva sognata. Da una maggioranza moderata, da un'assemblea che era contraria alle avventure e non voleva romperla del tutto con il sovrano fuggito, da un Governo debole e impreparato nasceranno [...] un triumvirato e una resistenza, che riusciranno a legare Roma all'Italia e a indicare nell'Urbe la vera capitale della nazione .30)
Negli anni immediatamente successivi alla caduta della Repubblica romana (vale a dire nella prima fase del decennio di preparazione ),3l) e proprio grazie a quella prova, Mazzini potè così porsi come l'interprete dello stato d'animo delle élites che non intendevano rinunciare all'azione e il centro di raccordo del partito nazionale , cui diedero la loro ade­sione anche alcuni deputati piemontesi, a partire da Depretis, e lo stesso Nino Bixio, con una convergenza resa possibile dalla decisione mazzi­niana di sfumare la coloritura repubblicana nel programma delineato per quel partito .32)
Inoltrandosi nella riconsiderazione del decennio di preparazione la Morelli coglieva appieno il valore periodizzante del fallito tentativo insur­rezionale milanese del 6 febbraio 1853, messo in atto pressoché esclusi­vamente da gruppi di artigiani e popolani e soffocato nel giro di poche ore, e il cui insuccesso impedì che si mettesse in moto quella catena di reazioni che, nei piani mazziniani, avrebbe dovuto portare alla sollevazione generale della penisola. Infatti il fallimento, mentre rafforzava la capacità di presa politica dei moderati filopiemontesi, dava nuova esca ai contrasti di tendenza in campo democratico, aprendo un processo di sfaldamento che il partito nazionale , trasformato in partito d'azione , non sa­rebbe più riuscito ad arrestare. E di fronte alla crisi, Mazzini fu anche
* Ivi, pp. 18-19.
ìl) A proposito del decennio di preparazione va ricordato che la Morelli dis­sentiva da chi avrebbe voluto circoscrivere l'uso di quella locuzione ali' evoluzione nòli tare e polirico-diplornatica del Regno di Sardegna perché a suo avviso (e giusta­mente) la preparazione in quegli anni era assai evidente nell'opinione pubblica di tutti gli altri Stati italiani e, ancor più, in campo democratico (ivi, p. 63).
33 Ivi, (pp. 67-71. Val la pena di notare che la Morelli riconobbe esplicitamente e con onestà intellettuale di essersi ricreduta su quanto aveva scritto in prece­denza su Bixio presentandolo come disimpegnato nel 1851 rispetto alle iniziative maz­ziniane.