Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Giuseppe Mazzini. Emilia Morelli
anno
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1995
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Il Mazzini di E. Morelli
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pre lineari, ricostruite con vigile attenzione critica dalla Morelli. In contrasto con Garibaldi, deciso ad anteporre Roma a Venezia, Mazzini assegnò invece caparbiamente la priorità alla liberazione del Veneto; e questo non soltanto per evitare il rischio di avere contro contemporaneamente la Francia e l'Austria, ma anche perché egli sperava che un'azione sul Veneto avrebbe potuto portare a un moto generale delle nazionalità oppresse dall'Austria, così da arrivare alla dissoluzione dell'impero asburgico, dopo di che sarebbe stato più facile il regolamento dei conti con Napoleone III per la questione romana.
In questa prospettiva si inseriscono i momenti salienti dell'attività mazziniana dal 1861 in avanti: i tentativi di dare l'abbrivo all'azione insurrezionale in terra veneta fino al moto friulano del 1864; l'invio di emissari nei paesi slavi; la spesso vana ricerca di una conciliazione fra le varie correnti della democrazia; i contatti segreti con il re. E tutto ciò tra il distacco di uomini e gruppi approdati a sponde altre e diverse fra loro (da Crispi ad Alberto Mario), le perpetue difficoltà finanziarie ( finanziariamente il partito non esiste: il partito sono io , scriveva sconsolato nel novembre 1863), lo scoramento e il declino fisico.38*
Ma mentre intorno a Mazzini si riducevano sempre più gli spazi per un'azione immediatamente politica, sino al doloroso insuccesso degli ultimi tentativi insurrezionali della primavera del 1870, il genovese riprese con nuovo slancio il lavoro in direzione delle classi operose . Il fondamento ideale posto alla base di tale attività era quello, già nettamente definito negli anni passati, del passaggio dal lavoro salariato a un sistema fondato sull' associazione fraterna fra i proprietari e gli operai, sino a giungere alla riunione del capitale e del lavoro nelle stesse mani; e, come per il passato, l'affermazione dell'esigenza di dare un contenuto sociale alla rivoluzione si affiancava a quella della necessità di sviare il popolo dalle teorie socialiste e comuniste, che falsavano con le loro dottrine intolleranti la causa della democrazia repubblicana. Sul piano organizzativo Mazzini cercò quindi di utilizzare le ancora embrionali strutture associative mutualistiche del nascente movimento operaio italiano sollecitando la politicizzazione in senso democratico delle società di mutuo soccorso e avviando, con alterna fortuna, quel processo dì concentrazione su scala nazionale e intorno a un programma comune che si concretò nell'approvazione dell'* Atto di fratellanza del 1864 e del successivo Patto di fratellanza del 1871.
All'inìzio del 1871 Mazzini vide però minacciato il suo apostolato in direzione delle classi lavoratrici e il suo ruolo direttivo in seno al movimento associativo degli operai dalla proclamazione della Comune di Parigi; e proprio al tema Mazzini e la Comune la Morelli destinava uno dei capitoli finali della sua opera. Inizialmente il fondatore della
3*) MORELLI, Giuseppe Mazzini. Quasi una biografia, dt., pp. 101-129.