Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Giuseppe Mazzini. Emilia Morelli
anno
<
1995
>
pagina
<
518
>
518 Franco Della Pernia
Giovine Italia prese le distanze dagli attacchi mossi alla Comune dall'opinione pubblica moderata e conservatrice, spaventata dal pericolo rosso e dai progressi della Prima Internazionale. Così in un articolo apparso sulla Roma del popolo del 12 aprile egli difendeva rinsurrezione parigina, definita una protesta repubblicana contro l'Assemblea di Versailles, giudicata con severità per le sue tendenze monarchiche. Ma qualche settimana più tardi, di fronte agli orientamenti filocomunardi e filo-socialisti che in polemica con il programma sociale mazziniano, ritenuto troppo angusto si andavano delineando in molti gruppi dell'ala estrema della democrazia che interpretavano i fatti parigini come un modello di rivoluzione sociale e classista, Mazzini passò alla condanna più decisa della Comune. E contrario com'era al socialismo e alla lotta di classe sostenne quindi che l'insurrezione di Parigi era degenerata nel socialismo materialista, adottando un programma federalista che avrebbe risospinto la Francia nei secoli bui del Medio Evo, negando e distruggendo la Nazione , così che la santa parola Patria avrebbe finito con l'essere cancellata dal misero culto agli interessi materiali locali .39)
Altri tasselli particolari si inserivano poi nella quasi biografia a rafforzarne i contorni: come quelli relativi alla visione che Mazzini ebbe della Svizzera incarnazione della libertà e sua seconda patria e all'azione che vi svolse con la Giovine Svizzera negli anni della Giovine Europa; alla attenzione per la struttura politico-liberale e per la vita pubblica inglesi, che l'italiano arrivò a comprendere appieno; o alla valutazione che dell'opera mazziniana diedero storici come Francesco De Sanc-tis, Walter Maturi e Adolfo Omodeo.
Il Mazzini del 1984 si collocava insomma come uno dei principali punti fermi del lavoro storiografico della Morelli; e questo anche per l'ampia messe di giudizi puntuali e di penetranti spunti interpretativi presenti nelle pagine dell'opera: a partire da quelle notazioni critiche su singoli aspetti dell'attività mazziniana che confermano la capacità della Morelli di collocarsi con il necessario distacco valutativo anche di fronte a un personaggio come l'apostolo genovese a lei caro non soltanto per una lunghissima frequentazione di studiosa ma anche per un simpatetico afflato morale e civile che l'avvicinava all'oggetto delle sue ricerche. Di qui, ad esempio, le riserve sull'opposizione di Mazzini a Cavour, dettata certo dal porro unum dell'unità ma considerata talora ingiusta ed eccessiva;40' il rilievo negativo formulato sulle sue pregiudiziali ideologiche, che lo inducevano a volte a sovrapporre ai fatti criteri interpretativi poco rispettosi della realtà e a formulare giudizi improvvisati o distorti ;4I)
Ivi, pp. 151-150.
4) Ivi, p. 39.
4I> Ivi, pp. 164, 167, 169.