Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XIX. Emilia Morelli
anno <1995>   pagina <526>
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Giuseppe Monsagrati
era quella di una monarchia popolare: il suo Vittorio Emanuele era un re che si mescolava con la gente, vestiva quasi sempre in borghese, non disdegnava i contatti personali con uomini di ogni tendenza politica . Dopo l'estate del '49 la gente è anche la folla degli esuli. Tra le più sensibili al problema umano non meno che politico della diaspora, la Morelli ne fa in questa fase storica qualcosa di diverso dall'esilio degli anni '30: non più il penoso andar raminghi di tanti perseguitati, ma il banco di prova della capacità di assorbimento della nuova politica sarda e uno dei fattori per i quali il Piemonte azegliano vince la battaglia così sul piano morale come su quello dell'immagine.,9J Anche sotto que­sto profilo il biennio '48-'49 deposita, tra le tante scorie, la pietra pre­ziosa di una realtà cui gli italiani possano guardare con fiducia e, soprat­tutto, con spirito di concretezza.
Concretezza non disgiunta da una robusta tempra d'uomo e di poli­tico sarà appunto ciò che la Morelli scorgerà nel primo ministro Cavour. Con lui, con la sua dimensione di liberale europeo ,20) il cerchio si chiude e l'apostolato mazziniano, depurato del suo contenuto meramente ideologico, diventa la piattaforma operativa del governo di una monarchia fattasi parlamentare e infine unitaria. Nella prosa incalzante della Morelli, quasi sempre caratterizzata dall'uso del presente storico, è così che si realizza la sintesi di Omodeo; ed è così che, non lo si dimentichi, i sacrifici e le amarezze del 1848-'49 trovano la loro definitiva catarsi storica.
GIUSEPPE MONSAGRATI
w> Ibidem.
3g E. MORELLI, 1849-W9 i dieci anni, cit., pp. 23 sgg.
20) Ivi, p. 31.