Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <552>
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Carlo Pischedda
nelle due edizioni,15* esposi i risultati ottenuti dal raffronto in una recen­sione 16) in cui misi in evidenza, con le citazioni interessanti, i mutamenti testuali e, con questi, la chiarezza apportata dalla nuova lezione. E sot­tolineai infine che la Morelli, con il suo impegno, non solo aveva genero­samente messo a disposizione degli studiosi risorgimentisti un valido strumento di lavoro, di cui essi potevano finalmente servirsi senza timori e senza ulteriori controlli,17* ma aveva anche ridato il giusto valore al pre­gevole documento: grazie al suo sforzo, il diario, finalmente leggibile senza dubbi e perplessità, e con vero diletto, aveva assunto il pregio di fonte impareggiabile sul triennio cruciale del nostro riscatto nazionale, una fonte di parte moderata meritevole di essere accostata, per valore documentario e ricchezza di contributi narrativi, ad altre fonti moderate: quali ad esem­pio, per citarne alcune, gli epistolari di Camillo Cavour,8) e di Massimo
*5) Come già s'è detto, della .prima parte del manoscritto del diario, corrispon­dente ai primi due quaderni (2 agosto 1858-26 marzo 1859) è pervenuta la bella co­pia trascritta da Massari stesso: poiché la scrittura più chiara ha ridotto notevolmente le difficoltà di lettura, l'edizione Beltrani presenta meno errori. Questa la ragione che mi ha indotto, allora e ancora oggi, a limitare di proposito la collazione alla seconda parte del diario, composta dai quaderni terzo-ottavo, con le annotazioni dal 27 marzo 3859 al 19 gennaio 1860 (pp. 257-511 della nuova edizione). Di questi sei quaderni, infatti, possediamo le minute, buttate giù di volta in volta come appunti 'preparatori di una successiva stesura in bella: la scrittura affrettata oppone ovviamente maggiori ostacoli alla decifrazione, e genera quindi possibilità più frequenti di trascrizioni errate.
16) Pubblicata in Rivista storica italiana, 1960, fase. I, pp. 179-182.
175 Poco dopo, nel 1963, ebbi una nuova occasione di mettere alla prova la vali­dità dell'edizione Morelli quale indispensabile strumento di lavoro: ne feci tesoro, come una delle fonti, essenziali, nel rifacimento di un mio vecchio saggio, edito nel 1950, L'attività politica del Cavour dopo Villa)kanca: agosto 1858-gennaio 1860 (estr. da Scritti vari (II), a cura della Facoltà di Magistero di Torino, Torino, 1950, pp. 39). Quando, ancora alle prime armi, avevo iniziato la ricerca su quel tema, ero stato co­stretto, è ovvio, a servirmi del diario Massari nell'unica edizione allora esistente, ma avevo proceduto con molta prudenza nella consultazione, perché, già messo in guardia dai rilievi critici di Luzio e di Omodeo, in vero pochi, mi avevano reso ancor più diffidente gli incontri troppo frequenti con parole e frasi incomprensibili o prive di senso. Più tardi, la certezza del testo, le annotazioni finalmente complete, i brani ine­diti in francese e in inglese offerti dalla nuova edizione mi permisero di arricchire la ricostruzione di fatti e opinioni nella redazione riveduta e in gran parte ampliata e ri­fatta di quel saggio (CARLO PISCHEDDA, Cavour dopo Villafratica, in In., Problemi del-l'unificazione italiana, Modena, 1963, pp. 103-185).
18) CAMILLO CAVOUR, Epistolario {edizione della Commissione Nazionale), voli. I-II (1815-1843), Bologna, 1962-1968; voli. III-XIV (1844-1857). H voi. I, pur non por­tando indicazione esplicita, fu curato da Maria Avctta; il IV da Narciso Nada; gli altri dodici volumi da me, coadiuvato ogni volta da giovani e valenti collaboratori.