Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <558>
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Carlo Pischedda
21 dicembre 1859. Il vero colpevole del dissidio fra Cavour e Rattazzi viene ora additato da La Marmora (p. 444):
La colpa è dell'altro. La colpa è nell'alto.
7 gennaio 1860. L'opposizione lombarda al ministero La Marmora-Rat-tazzi ha subito una trasformazione (p. 462):
Piglia facilmente la veste di insurrezione. Piglia facilmente la veste di municipalismo.
10 gennaio 1860. Le confidenze di Cavour a Massari sulle voci di una sua prossima alleanza con Rattazzi sono drasticamente mutate (p. 464):
Capisco che molti temeranno la mia riconciliazione con Rattazzi, ma ora questa è impossibile.
Capisco che molti tramano la mia riconciliazione con Rattazzi, ma ora questa è impossibile.
16 gennaio 1860. Modificate radicalmente le parole di Cavour a Massari (p. 468):
Mi risponde con parole dimezzate: c'è contrarietà. Mi risponde con parole dimezzate: c'è qualche novità.
10 febbraio 1860. Massari domanda a un giovane ufficiale toscano se la unione con il Piemonte è davvero popolare in Toscana. Risponde il giovane scrive Massari con questa frase caratteristica (p. 488):
È tanto popolare che ha seccato perfino il Boncompagni. È tanto popolare che ha retto perfino al Boncompagni.
Un altro merito, non minore, va riconosciuto alla Morelli: di avere colmato le numerose lacune della prima edizione, trascrivendo, con l'abi­tuale esattezza, i passi più o meno lunghi in francese ed in inglese, e con questi le innumerevoli frasi in italiano omesse, senza alcuna avvertenza, da Beltrani. Una miriade di integrazioni, che apportano contributi informa­tivi di grande rilevanza: sono le annotazioni, talvolta di una pagina di stampa, più sovente di alcune righe, stese dopo i colloqui che Massari ebbe tra il marzo 1859 e il gennaio 1860 con personaggi della scena po­litica torinese: a volte conversazioni con i protagonisti sempre presenti, italiani e stranieri, a volte incontri occasionali con persone in transito a Torino, Tra le mille, sono ragguardevoli le annotazioni che riportano pen­sieri e commenti e giudizi espressi in francese dai diplomatici esteri ac­creditati presso la corte torinese: accanto alle frasi pronunciate dal prus­siano Brassier de Saint-Simon e dal russo Stakelberg2 spiccano i mono-
G. MASSARI, Diario dalle cento voci, cit., rispettivamente pp. 333 e 448.