Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno
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1995
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pagina
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560
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Carlo Pischedda
degli studiosi di due punti che richiedono, almeno questo è il mio parere, una correzione del testo.
1) Nell'edizione Beltrani del diario (p. 625) l'annotazione del 13 gennaio 1860 riferisce che Cavour, rientrato da poco a Torino da Leti, trascorre alcune ore del pomeriggio nell'abitazione di Hudson. È commosso e parla in tuono concitato : l'opposizione insistente di Vittorio Emanuele II e dei ministri, soprattutto di Rattazzi, alla sua nomina a delegato sardo al prossimo congresso, lo ha ferito nel profondo. Prosegue Massari: 3l)
Alle 10 1/2 torna a casa: lo accompagno; gli narro ciò che ho letto nei documenti inglesi; mi afferra il braccio e dice: * è vero, è vero: [il re] volle l'armistizio per disfarsi di me, a ciò spinto da Rattazzi. Non volle la pace, ma favoriva anche la confederazione. Io gli afferrai la mano e gli dissi: se
fussa curt. Un lieve errore nella grafia piemontese: poiché fussa significa fosse, che nel caso specifico non ha senso, occorre sostituirlo con fossa = faccia [lo faccia corto].
5 settembre 1859 (p. 356). Incontriamo la menzione del colonnello Incisa delle Grazie . Certamente Massari avrà scritto Guardie .
14 settembre 1859 (p. 363). A proposito della reggenza del principe Eugenio di Carignano nell'Italia centrale, Hudson afferma quell'andare è andato a monte . Quel-Vandare t evidentemente indotto dal successivo participio passato del medesimo verbo, vuole essere sostituito da afare. i*
16 ottobre 1859 (p. 393). La Marmora dice: Disapprovai l'uscita di Rattazzi dal ministero, ma però fui contento, perché uscì proprio il giorno dell'attentato d'Orsini: altrimenti chi sa quanti guai avremmo avuti . Il secondo avversativo però non ha ragione di essere: la contentezza successiva di La Marmora richiede che sia sostituito con l'avverbio di tempo poi.
1 gennaio 1860 (p. 457). Massari incontra a Torino il marchese Emanuele Lu-serna di Rorà, commissario straordinario piemontese a Ravenna, e osserva: È nel-Ventusiasmo di Baveno e del clero . Fuori luogo l'entusiasmo per Baveno, in riva al Lago Maggiore: Rorà infatti era reduce da Ravenna.
13 gennaio 1860 (p. 466). Di fronte alle voci di una sua riconciliazione con Rattazzi, in quel momento suo rivale, Cavour esclama: Si je me réunis à Rattazzi, le pays extenué [?] ne me suivra pas . Il punto interrogativo aggiunto dalla Morelli denuncia la difficoltà di decifrazione di quel viluppo grafico: fantasiosa e poco convincente la lettura di Luzio: le pays et l'arntée (op. cit., p. 97); più probabile e attendibile quella di Omodeo: le pays alarmé (op. c'U. p. 584).
16 gennaio 1860 (p. 468). Nel conversare con Cavour il generale Solatoli gli ha detto che non pensava agli uomini, ma all'Italia: lo ha esortato a smettere [l'opposizione al re e ai ministri] . Il senso della frase richiede che si cambi il tempo verbale con il congiuntivo pensasse.
3I) G. MASSARI, Diario, edÌ2. Beltrani, p. 625. La confidenza di Cavour si riferiva al colloquio tempestoso con il re, la sera dell'I 1 luglio a Monzambano.